Un contributo di solidarietà sulle pensioni sopra i 150mila euro da redistribuire all’interno del sistema previdenziale a fini solidaristici. E la proroga di tre anni del contributo di solidarietà su tutti i redditi superiori a 300mila euro.
Contiene il doppio “prelievo” la versione finale della legge stabilità, approdata alla bollinatura definitiva della Ragioneria generale dello Stato (e subito dopo al vaglio del capo dello Stato) per essere inviata al Senato dove da martedì comincerà ufficialmente il suo cammino parlamentare. A meno di sorprese dell’ultimissima ora il provvedimento dovrebbe arrivare in Parlamento con entrambi i contributi di solidarietà, rimasti in bilico fino alla fine. E con gli obiettivi minimi della spending review riallineati alle indicazioni fornite da palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri di martedì scorso: dai tagli alla spesa dovranno arrivare non meno di 600 milioni nel 2015, e non più 1 miliardo come previsto dalle ultime bozze, e 1.310 milioni nel 2016 (e non 1,2 miliardi).
Confermata la funzione di clausola di garanzia della spending review collegata all’aumento delle tasse per 10 miliardi previsto per il triennio 2015-2017. Che scatterà (come anticipato dal Sole 24 Ore) sotto forma di un mix di aumento delle aliquote d’imposta, accise comprese, e di tagli alle agevolazioni a meno che il piano di riduzione della spesa, che dovrà essere definito dal Commissario, Carlo Cottarelli, non dia risultati significativamente maggiori di quelli fin qui indicati. Per definire il programma di tagli Cottarelli avrà a disposizione meno di tempo di quello indicato nelle ultime bozze: l’operazione dovrà essere definita entro il 31 luglio 2014 e non più entro il 15 ottobre del prossimo anno. Il decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) per definire nel dettaglio le misure per far scattare l’aumento delle tasse per 10 miliardi nel triennio 2015-2017 dovrà invece essere eventualmente presentato entro il 15 gennaio 2015. Tornando al contributo di solidarietà sulle pensioni elevate, a meno di dietro-front il prelievo sarà del 5% per gli assegni sopra 150mila euro, del 10% sopra i 200mila euro e del 15% sopra i 250mila euro. Confermata la sterilizzazione delle pensioni sopra i 3mila euro.
Tra le novità dell’ultima ora il piano che dovrà essere varato dal ministero dei Beni culturali entro la fine di marzo del 2014 per razionalizzare, anche mediante fusione e incorporazione, le società direttamente e indirettamente controllate che rispondono ai requisiti di legislazione europea in materia di “house providing”. Su questo versante resta previsto il nuovo meccanismo selettivo per l’erogazione di contributi agli enti culturali. Confermata la stretta sul pubblico impiego così come il giro di vite su 18 crediti d’imposta (compresi quelli per la ricerca) e sugli incentivi alle imprese. Confermato anche il taglio del cuneo fiscale annunciato. Nel testo finale trova posto, come già noto da alcuni giorni, la deducibilità Imu al 20% per imprese e professionisti e viene confermato il dispositivo della nuova Tasi con l’aliquota dell’1 per mille che torna ad essere aggiuntiva a quella massima prevista per l’Imu. Sul versante delle agevolazioni fiscali, nel 2014 scatterà un primo taglio selettivo delle detrazioni Irpef del 19%.
Intanto già viene fertilizzato il terreno per le modifiche da apportare. Dopo Enrico Letta, che si è detto favorevole a concentrare sulle famiglie con più figli la detassazione sul lavoro è il ministro Dario Franceschini ad affermare la “stabilità” potrà essere modificata ma a saldi invariati. Secondo il viceministro dell’Economia, Luigi Casero (Pdl), il testo può essere migliorato nel capitolo della detassazione dei lavoratori e delle imprese. Anche per il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta (Pd), che ricorda che ai Comuni sono stati già destinati 2 miliardi, è possibile implementare le risorse per il taglio del cuneo a patto che la spending review si riveli efficace.
Il Sole 24 Ore – 20 ottobre 2013