Non ci saranno piu deroghe per «l’intramoenia allargata». Così il ministro della Salute Renato Balduzzi. Di seguiro riportiamo le reazioni dei sindacati e federazione delle aziende ospedaliere
«Che una modalità per definizione transitoria conosca un termine, come è nell’ordine naturale delle cose nei Paesi civili, non è una notizia. Il punto – afferma il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, – è verificare se il Ministro è in grado di garantire che in tutte le Regioni d’Italia siano venute meno le esigenze che ne hanno permesso la sopravvivenza per più di 10 anni. Vale a dire la disponibilità, all’interno degli ospedali, di spazi ed orari dignitosi per cittadini e medici, tecnologia necessaria, adeguata organizzazione di supporto».
In poche parole, aggiunge l’Anaao, «se le aziende sanitarie hanno la volontà di gestire l’attività libero professionale intramoenia dei medici, i cui vantaggi anche di finanziamento del sistema sanitario sono evidenti, come propria attività ordinaria superando l’idea di un »favore« fatto loro». L’Anaao Assomed, «vigilerà per garantire il rispetto di leggi e contratti insieme con il diritto dei cittadini alla libera scelta del medico convinta che occorre contemperare principi ordinamentali, generalizzati e prevalenti, con modalità organizzative i cui tempi e forme siano coerenti con le caratteristiche delle singole Regioni».
La decisione del ministro della Salute Renato Balduzzi di non voler più concedere proroghe per l’intramoenia allargata dopo il 30 giugno «è una buona notizia per il Servizio sanitario nazionale». Lo afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, nel sottolineare che «se l’intramoenia verrà attuata in tutte le Regioni solo all’interno delle strutture pubbliche sarà a vantaggio dei cittadini, medici e aziende».
Per i cittadini, a giudizio di Cozza, «ci sarà maggiore trasparenza, in particolare per le liste di attesa. Mentre i medici potranno continuare ad operare negli stessi ospedali, migliorando la qualità del lavoro senza impegnare ulteriori risorse. E le stesse aziende sanitarie potranno ricavare maggiori utili economici. Chiediamo però al ministro Balduzzi – auspica il segretario nazionale di Fp Cgil Medici – di non limitarsi ad aspettare proposte, ma piuttosto di attivarsi come protagonista affinchè Regioni e aziende mettano da subito in atto un percorso tecnico-politico cogente, con precise scadenze, per far sì che in ogni ospedale ci siano spazi adeguati per l’intramoenia, utilizzando anche la possibilità di affittare spazi in strutture limitrofe».
Per quanto riguarda la scelta dei primari «è ottima – dice Cozza – la decisione del ministro Balduzzi della graduatoria che sostituirà la terna nell’ambito della quale il primario veniva scelto dal direttore generale, a sua volta scelto dalla politica. Con la graduatoria invece vincerebbe sempre il più bravo e si tutela la professionalità dei medici e quindi la qualità del servizio»
«Dentro o fuori dell’ospedale: i luoghi si troveranno ma il problema rimane con i cittadini che non capiscono perchè se vai il lunedì a chiedere una visita l’avrai gratis fra sei mesi, ma se vai il giovedì l’avrai il giorno dopo a pagamento». Così Giovanni Monchiero, presidente della Federazione delle aziende sanitarie ospedaliere sintetizza la problematica legata alla cosiddetta intrameonia e lo stop alle deroghe per i medici ospedalieri che svolgono la libera professione fuori delle strutture. E aggiunge: «l’intramoenia va ripensata dall’inizio in maniera più approfondita».
«Per quanto riguarda l’aspetto delle visite – spiega Monchiero – l’attività libero professionale si può fare benissimo utilizzando per esempio gli ambulatori in orari e giorni diversi dai normali. Ma occorre ricordare che l’intramoenia è un vecchio diritto riconosciuto per consentire ai medici migliori di non abbandonare il pubblico ricavando ulteriori guadagni oltre lo stipendio da direttore di struttura; questa è la verità. Non è vero che serva a ridurre le liste di attesa ma a riconoscere ai medici migliori una ulteriore possibilità di ricavo. Quanto questo fosse corretto ed etico non so – sottolinea il presidente della Fiaso – ma ha creato molte perplessità; diciamo che forse era un male necessario.
Oggi – spiega Monchiero – la stragrande maggioranza dei medici ha optato per l’intramoenia anche perchè c’era la sanzione di non poter diventare primari. Ma tutto va rivisto anche pensando di offrire ai medici retribuzioni basate sul merito». Quanto ai tempi stretti per l’attuazione di nuove norme più stringenti (entro giugno) Monchiero afferma: «gli spazi si troveranno, i medici mugugneranno un pò e poi la faranno dentro; il problema rimarrà la contraddizione di fronte al cittadino», che non capirà quella sorta di doppio binario.
20 febbraio 2012