Dalla Farnesina al Tesoro, cambia il governo ma loro restano. Per tutti o quasi, una scialuppa di salvataggio sotto forma di poltrona da consulente o consigliere o presidente di una società
L’Eldorado dei pensionati si chiama Farnesina. Difficile che un diplomatico, figurarsi un ambasciatore uscito di ruolo, vada ai giardinetti. Ma a far passeggiare i nipotini non ci pensano nemmeno sovrintendenti e dirigenti di prima fascia dei Beni culturali. Per non dire dell’Economia o dell’Istruzione. Per tutti o quasi, una scialuppa di salvataggio sotto forma di poltrona da consulente o consigliere o presidente di una società o un istituto alle dirette dipendenze del dicastero di provenienza. Poltrona solida e a prova di tempesta: non c’è cambio di governo che tenga, da Prodi a Monti passando per Berlusconi, i boiardi di Stato sono sempre li. E sono ovunque. È l’altra faccia dei costi, stavolta di una burocrazia politicizzata e tentacolare. Costi esorbitanti, per incarichi sempre ricompensati a suon di gettoni o di indennità da migliaia di euro. Da sommare alla pensione d’oro che per i dirigenti di prima fascia non scende mai sotto i 100 mila euro l’anno. Per tutti loro, presidenze di società pubbliche o istituti con sigle da addetti ai lavori, da Ales a Ispi, passando perlapiùnotaSviluppo Italia, ruoli da commissari e stuoli di consulenze. Chissà se la cura Monti arriverà anche lì. A giudicare dalle premesse (e dalle ultime conferme), pare di no.
FARNESINA, TRAMPOLINO D’ORO
Se esistesse una lista dei pensionati “riciclati”, in testa ci sarebbe l’ex ambasciatore Umberto Vattani. Nato 74 anni fa, padre di Mario — l’ormai ex console di Osaka richiamato dal ministero degli Esteri dopo il video sulle prestazioni «fascio-rock» — viene nominato presidente dell’Istituto del commercio estero appena in quiescenza nel 2009, per approdare poi nel novembre scorso alla presidenza di Sviluppo Italia Sicilia, spa con 84 dipendenti che fa capo alla Regione del governatore Lombardo. E siccome il tetto fissato dalla giunta per quel genere di incarichi è di «appena» 50 mila euro l’anno —modesto gettone a fronte del curriculum e del prestigio dell’ambasciatore — pochi giorni dopo il conferimento, lo stesso presidente della Regione nomina Vattani anche «esperto di diritto commerciale e societario», per un compenso di 43.900 euro (lordi) l’anno. L’anziano diplomatico presiede al contempo il cda della fondazione Italia-Giappone. È solo il primo di un lungo elenco. Giovanni Castellaneta, ex ambasciatore tra l’altro a Washington e Teheran, già nel cda di Finmeccanica, dal settembre 2009 è presidente della Sace, controllata del ministero dell’Economia. L’ex ambasciatore a Mosca e Londra ed ex Segretario generale dell’Osce, Giancarlo Ara-gona, dal 15 novembre scorso è presidente dell’Ispi, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, struttura autonoma che fa capo alla Famesina ma con tanto di assemblea dei soci. E di gettoni. Un altro diplomatico in pensione dal 2008 ma in piena attività è Francesco Olivieri, responsabile della sede Washington Dc di Enel. E ancora, Federico Di Roberto, ambasciatore in riposo e consigliere per gli Affari internazionali del governatore della Liguria, Claudio Burlando, Maria Grazia Di Branco, dirigente in pensione (coisulente del Cerimoniale agli Esteri) oggi commissario governativo delle Expo internazionali Yeosu (Corea del Sud) e Venlo (Olanda) 2012. Direttore amministrativo delle medesime Expo, è Salvatore Cervone, ex dirigente generale della Funzione pubblica e ex segretario generale Cnel. Sono solo alcuni tra i tanti. Mentre Rita Di Giovanni, dirigente di prima fascia alla Famesina, è ora presidente del Cug, il Comitato unico di garanzia dello stesso ministero.
CULTURA SFORNA POLTRONE
Ad accomunare i destini di boiardi e superburocrati è dunque l’impermeabilità ai cambi di governo. Pubblica istruzione e Beni culturali non temono confronti. Maria Grazia Nardielo, in quiescenza da direttore generale per l’Istruzione post secondaria,
adesso è a capo della segreteria della nuova sottosegretaria all’Istruzione, Elena Ugolini (estrazione CI). Giuseppe Cosentino, un tempo capo dipartimento all’Istruzione, ora è capo della segreteria tecnica del ministro Francesco Profumo. Altro capitolo i Beni culturali, tra sovrintendenze, società parallele, consulenze. Giuseppe Proietti è stato potente segretario generale del ministero, uno dei grand commis del Mibac. Sotto la gestione Galan, lo scorso anno, diventa presidente di Ales, Arte lavoro e servizi, società in house e braccio operativo del dicastero con i suoi 600 operatori. Luciano Marchetti, un tempo direttore generale dei Beni culturali del Lazio, viene prima chiamato da Bertolaso quale responsabile dei beni culturali dell’Aquila post terremoto. E oggi è commissario per gli interventi urgenti nella Domus Aurea di Roma. Claudio Strinati, ex sovrintendente del polo museale capitolino, è rimasto da consulente nello staff del direttore generale del Mibac Mario Resca.
VOLI E CONCORSI
Più delicati sono i ruoli, più i governi che si succedono preferiscono richiamare dirigenti d’esperienza. E così, anche sotto la gestione Monti, capo del coordinamento operativo dei voli di Stato di Palazzo Chigi resta (pensionato ma consigliere) Raffaele Di Loreto. Come pure al Viminale,
l’ex direttore centrale delle Risorse umane della Pubblica sicurezza, Giovanni Cecere Palazzo, in pensione dallo scorso anno, nel novembre 2011 viene chiamato dal capo della Polizia Manganelli alla presidenza di una delle più importanti commissioni esaminatrici di concorsi gestiti dal dicastero.
ECONOMISTI INTRAMONTABILI
Guadagnano tutti tra i 60 e i 100 mila euro lordi extra pensione gli alti burocrati del ministero dell’Economia che non hanno fatto in tempo ad incassare la liquidazione che si sono ritrovati in sella ad un’altra poltrona. Bruno De Leo, dirigente di prima fascia della Ragioneria generale dello Stato è stato chiamato a far parte del collegio dei revisori dei conti del Comune di Roma di Gianni Alemanno. Giancarlo Giordano già ai vertici del ministero di via XX Settembre è stato designato dallo stesso dicastero nel collegio dei sindaci della Sea aeroporti Milano. Giancarlo Del Bufalo, ex dirigente generale all’Economia, oggi è presidente dell’Oiv l’organismo indipendente di valutazione dello stesso ministero. Da un ministero all’altro, da una società pubblica a un commissariato, niente e nessuno va in pensione, tutto si trasforma.
CERVONE Salvatore Cervone, ex dirigente delle Finanze e ex segretario generale Cnel. Oggi all’Expo Yeosu e Venlo (Famesina)
CASTELLANETA Un tempo ambasciatore a Washington e Teheran, poi cda Finmeccanica, ora presidente della Sace (ministero dell’Economia)
PROIETTI Giuseppe Proietti è stato segretario generale ai Beni culturali. Dallo scorso anno presidente dell’Ales, società al 100% del Mibac
CECERE PALAZZO L’ex direttore Risorse umane del Viminale, Giovanni Cecere Palazzo da novembre presidente di commissione d’esami
VATTANI Ex segretario della Farnesina, Umberto Vattani, già a capo dell’Ice, oggi è presidente di Sviluppo Italia Sicilia
OLIVETI Francesco Oliveti, fino al 2008 diplomatico in Usa, Venezuela, Cina, è a capo della sede Enel di Washington Dc
LA FARNESINA Il ministero degli Esteri è la fucina di pensionati d’oro con reincarico
Repubblica – 26 gennaio 2012