.Fondo per la non-autosufficienza, carenza di personale, problemi nel definire la «governance» dei distretti e le possibilità dei sindaci. I primi cittadini delle conferenze territoriali vicentine ieri hanno evidenziato quelli che ritengono i limiti della riforma delle Usl, che ha ridotto a due le aziende sanitarie vicentine. Luca Cavinato (Vicenza), Martino Montagna (Ovest Vicentino), Riccardo Poletto (Bassano) e Robertino Cappozzo (Alto Vicentino) si sono confrontati sul tema in un convegno organizzato dai consiglieri veneti del Pd Stefano Fracasso e Alessandra Moretti. «Con questa riforma non si parla più di territorio e della sua governance.
Un distretto da 320mila abitanti diventa un “mostro” – è l’allarme di Cavinato – e stiamo navigando a vista anche sulle nomine e possibilità delle conferenze dei sindaci. Inoltre, la Regione non può chiedere ai sindaci di sostenere parte del fondo non autosufficienza». Montagna è invece preoccupato per «l’assenza, nelle Usl, della figura del coordinatore delle attività del sociale. Ci sono difficoltà nelle aree anziani e disabilità». Cappozzo afferma che «non si può unificare le aziende sulla pelle delle risorse umane», mentre Poletto chiede un unico coordinamento dei sindaci vicentini. Moretti e Fracasso assicurano la massima «attenzione nei prossimi mesi».
Presenti all’incontro anche i sindacalisti Luigi Dal Sasso (Cimo) e Raffaele Consiglio (Cisl). «È evidente – avverte il primo – che il prossimo taglio sarà agli ospedali, le 65 strutture di adesso non hanno più ragione di esistere. Del resto ci sono sprechi che non possiamo più permetterci: politici e sindaci, non potete più andare avanti in ordine sparso». Un appello condiviso anche da Consiglio: «Il progetto regionale ha delle incongruenze, a partire dalla “governance” nelle aziende». (Andrea Alba)
CORRIERE DEL VENETO – Martedì, 31 gennaio 2017