Dopo il boom di crescita registrato negli ultimi dieci anni, sia pure in modo difforme e insostenibile, la produzione agroalimentare nel mondo entro il 2021 rallenterà. Da qui l’invito rivolto ai governi a creare un clima più favorevole agli investimenti, per sfruttare in modo più compiuto le potenzialità agricole ancora inespresse di molte aree rurali del pianeta.
Riducendo fame e povertà, e contribuendo al tempo stesso a salvaguardare l’ambiente. È quanto ha sottolineato oggi a Roma la Fao alla presentazione del Rapporto sullo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2012. Rallenta all’1,7% la crescita media annuale della produzione agricola «La crescita media annuale della produzione agricola mondiale sarà dell’1,7% entro il 2021 – riferisce l’Organizzazione delle Nazioni Unite – , contro il 2,6% dell’ultimo decennio». D’altra parte, «in molti paesi l’agricoltura è cresciuta a un ritmo non sostenibile», con disparità eclatanti emerse soprattutto negli ultimi 12 anni. In America Latina, ad esempio, la produzione agricola è aumentata del 50%, con un picco addirittura del 70% in Brasile, di oltre il 40% nell’Africa sub-sahariana, nell’Europa orientale e in Asia centrale. Mentre gli Stati uniti hanno registrato una crescita più contenuta («solo» del 20%), l’Europa occidentale del 6 per cento. Il 25% dei terreni nel mondo è fortemente degradato Il Rapporto Fao punta anche l’indice sull’elevato stato di degrado dei suoli agricoli («circa il 25% dei terreni nel mondo è fortemente degradato»), rimarcando che «queste pressioni hanno raggiunto livelli critici in alcune aree e che i cambiamenti climatici dovrebbero aggravare ulteriormente la situazione». Senza contare il rischio che alcune risorse naturali, in particolare l’acqua, si esauriscano. Investire nel settore agricolo per combattere la fame e la povertà Anche per questo, sottolineano gli esperti della Fao, «investire nel settore agricolo rimane una delle strategie più efficaci per ridurre la fame e la povertà e promuovere la sostenibilità». «Occorre una nuova strategia di investimenti che metta al centro i suoi produttori agricoli – ha affermato il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva – La sfida è concentrare gli investimenti in aree dove possono fare la differenza. Questo è importante per garantire che gli investimenti abbiano come risultato l’avanzamento economico e sociale e la sostenibilità ambientale». Si investono 170 miliardi di dollari l’anno Gli ultimi dati del rapporto indicano che gli agricoltori dei paesi a basso e medio reddito investono oltre 170 miliardi di dollari l’anno nei propri campi. Qualcosa come 150 dollari per agricoltore che, per comprenderne il «peso», rappresentano una cifra tre volte superiore a tutte le altre forme d’investimento messe assieme, quattro volte i contributi portati dal settore pubblico e oltre 50 volte superiore agli aiuti pubblici allo sviluppo che vengono dati a questi paesi. Investire in agricoltura ripaga Dunque investire in agricoltura ripaga ampiamente. Non a caso negli ultimi vent’anni i paesi con i tassi d’investimento agricolo più elevati sono stati anche quelli che hanno fatto i maggiori passi avanti in termini di dimezzamento della fame. Viceversa, le aree del mondo con più alti tassi di fame e povertà, come Asia meridionale e Africa Subsahariana, sono quelle che negli ultimi trent’anni hanno registrato tassi d’investimento agricolo stagnanti, se non addirittura in calo.
ilsole24ore.com – 7 dicembre 2012