Il Sole 24 Ore. Giorgio dell’Orefice. Approvata a larghissima maggioranza (95%) dall’Europarlamento la proposta di riforma dei prodotti Dop e Igp che contiene misure molto attese dai produttori italiani. Si tratta infatti di norme che rafforzano in maniera netta la tutela dei prodotti (sia nel mare magnum del commercio on line che sui mercati fisici), rafforzano la trasparenza delle comunicazioni ai consumatori (eliminando alcune zone d’ombra come nel ricorso ai prodotti Dop e Igp come ingredienti) e semplificano in modo sostanziale l’iter di approvazione delle modifiche dei disciplinari. Ma la partita non è ancora chiusa. La parola passa ora ai “triloghi” con Commissione Ue e Consiglio.
«Abbiamo già in calendario i primi incontri – spiega il relatore della proposta di regolamento presso la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento, Paolo De Castro -, il 6 giugno con gli svedesi (che detengono l’attuale presidenza della Commissione ndr) e il 18 luglio con i rappresentanti della futura presidenza spagnola. Abbiamo ricevuto un mandato negoziale molto forte dagli eurodeputati (603 voti favorevoli, 18 contrari, 8 astenuti) e cercheremo di farlo pesare nei confronti di una proposta del Consiglio invece debole». I punti forti della proposta della Comagri riguardano la trasparenza con l’indicazione in etichetta dell’origine delle materie prime dei prodotti a indicazione geografica quando per oltre il 50% arrivano da un paese diverso da quello di origine del prodotto. Ma anche la necessità di richiedere una autorizzazione al consorzio di tutela nel caso di utilizzo di prodotti Dop e Igp come ingredienti di altri prodotti trasformati. Oltre all’obbligo di indicare in etichetta il nome del produttore. Sul piano della tutela invece i controlli che già vigono oggi sui mercati per evitare casi palesi di contraffazione vengono estesi anche al commercio on line sempre più importante in particolare all’estero. Novità sono previste anche in materia di semplificazione con la definizione di termini tassativi per la modifica dei disciplinari (5 mesi laddove oggi sono necessari anni). «Stiamo lavorando in piena sintonia col ministro Lollobrigida – . conclude De Castro – e puntiamo a portare a casa tutte le principali novità della nostra proposta. Ci sono alcune insidie ancora da disinnescare come la controversa proposta di aprire i consorzi ai rappresentanti delle Ong mentre noi riteniamo che gli organismi di tutela debbano restare prerogativa dei soli produttori».