Le Regioni sono sul piede di guerra contro sul Dl Pnrr appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale in cui vengono dirottati 1,2 miliardi del Piano nazionale complementare sul fondo per l’edilizia sanitaria (ex art. 20 Legge 67/88) per il riammodernamento degli ospedali e l’adeguamento antisismico. In sostanza il Governo ha espunto il finanziamento dai fondi del Pnc e per fare i lavori ha imposto alle Regioni di utilizzare i fondi per l’edilizia sanitaria.
Poche righe di un decreto che però creano molti problemi che già erano stati sollevati dai tecnici regionali. Oggi, però, il cambio di passo con la politica che è entrata in campo. Sia gli assessori di centrosinistra che quelli di centrodestra hanno infatti all’unanimità chiesto di stralciare la misura contenuta al comma 13 dell’articolo 1 del Decreto e hanno chiesto urgentemente un incontro al Ministro della Salute, Orazio Schillaci con cui tra l’altro volevano ricostruire un dialogo e per questo stavano lavorando ad un documento con una serie di proposte per far ripartire il Ssn. Tutto però si è fermato con la doccia fredda del decreto Pnrr.
“Quel comma va ritirato e su questo posizione c’è l’unanimità, è un pasticcio enorme” afferma a QS il coordinatore della Commissione Salute delle Regioni, Raffaele Donini che spiega come nella sostanza “viene tolto alla sanità 1,2 mld. Si tratta d’investimenti già in corso e su cui in molti casi sono già partiti i cantieri e in ogni caso già molto spesso con obbligazioni giuridicamente vincolanti che riguardano tra l’altro la sicurezza sismica dei nostri ospedali in un paese in cui molte regioni hanno avuto il terremoto”.
“Oltre al fatto – specifica – che è abbastanza surreale che il PNRR e il PNC erano nati per la ripartenza dopo la pandemia e poi invece si finisce per sottrarre risorse alla sanità”.
Il punto è che non è facile dirottare i soldi freschi del PNC con le risorse in conto capitale dell’ex art.20 perché rileva Donini è “tutto da dimostrare che questi fondi sull’edilizia sanitaria ci siano effettivamente anche perché in molti casi queste risorse, anche se non spese, sono già state programmate e andrebbe fatta una ricognizione regione per regione. E in più quelli dell’art. 20 non sono soldi disponibili in cassa ma risorse in conto capitale”.
L.F.