Damiano (Pd): da aggiustare Pizzolante (Ncd): no a stravolgimenti. Brunetta (Fi): lo votiamo, il provvedimento va nella direzione giusta. Il Dl Poletti sul rilancio dell’occupazione dalla prossima settimana passa all’esame della Camera per la conversione in legge: da mercoledì se ne occuperà la Commissione lavoro.
Dall’interno della maggioranza una parte del Pd, il Nuovo centro destra e dall’opposizione Forza Italia sostengono l’articolato contro gli emendamenti che possano modificarne l’impianto, sostenuti dalla minoranza Pd e da Sel – sensibili alle richieste della Cgil (per Susanna Camusso «il governo ha esordito bene sul piano dei redditi, malissimo sul piano delle regole»)oltreché dal Movimento 5 stelle.
Il presidente della XI commissione, Cesare Damiano (Pd), proporrà «aggiustamenti»; sul contratto a tempo determinato “acausale” di 36 mesi che può essere prorogato per 8 volte, chiederà di «fissare una durata minima». Sull’apprendistato Damiano propone di modificare la cancellazione dell’obbligo di integrare la formazione del lavoratore con l’offerta formativa pubblica che «ci espone al rischio infrazione nei confronti dell’Europa che la ritiene obbligatoria». Infine l’eliminazione dell’obbligo di stabilizzare una quota di vecchi apprendisti prima di assumerne di nuovi, per Damiano «contraddice la vocazione dell’impresa di formare i giovani e tenere i più capaci».
Tra i 46 componenti della commissione lavoro, all’interno del Pd che ha 21 deputati, emergono diverse posizioni. Per Carlo Dell’Aringa (Pd) «si può discutere di qualche piccola modifica, l’importante è confermare l’impianto del Dl n.34 che su contratti a termine e apprendistato va in direzione di quella maggiore flessibilità chiesta dalle aziende». Dell’Aringa ritiene che il contratto a termine “acausale” «verrà utilizzato dalle imprese principalmente al posto dei contratti più precari, come le collaborazioni e le partite Iva», condividendo la proposta del ministro Poletti: «serve un monitoraggio per verificarne gli effetti». 7È «acausale» il contratto di lavoro a tempo per il quale il datore di lavoro non deve specificare le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo che giustificano l’apposizione di un termine. Con il Dl 34 può essere acausale il contratto a tempo determinato fino a 36 mesi con la possibilità di arrivare fino a otto proroghe
Dalla maggioranza il capogruppo Ncd in commissione Lavoro, Sergio Pizzolante, fa quadrato a difesa del Dl: «Condivido l’approccio del premier Renzi e del ministro Poletti – afferma –. Occorre superare le rigidità della legge Fornero che ha creato enormi difficoltà ad assumere. Intendiamo sostenere con forza l’impostazione del Dl, contro modifiche che possano snaturarlo». Pizzolante presenterà un emendamento sulla soglia del 20% fissata dal Dl per i contratti a termine rispetto all’organico: «Riteniamo sia giusto affidare alle parti – spiega – tramite la contrattazione aziendale o territoriale, la modifica di questa soglia e non solo al contratto nazionale come prevede il Dl». Per Pizzolante sul Dl «è in gioco la tenuta della maggioranza, dal momento che i nostri elettori si attendono riforme che favoriscano l’occupazione». Sostegno al Dl anche da Forza Italia: «Lo votiamo – sostiene il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta – va nella direzione giusta, l’ho detto al ministro Poletti, speriamo che il Pd non lo stravolga, in tal caso daremo battaglia in Parlamento. Oltre alla copertura economica per il cuneo fiscale, auspichiamo ci sia la copertura politica per il decreto lavoro che favorisce l’occupazione giovanile dopo i danni della legge Fornero».
Ma dopo la Camera, il decreto legge 34 dovrà passare al vaglio del Senato dove il presidente della Commissione lavoro, Maurizio Sacconi (Ncd), fa sapere: «Il Dl non si tocca. A meno che non si voglia cancellare l’articolo 18».
Il Sole 24 Ore – 23 marzo 2014