La Commissione europea ha intimato a 13 Paesi tra cui l’Italia di migliorare, pena procedure di infrazione, la sorte di circa 47 milioni di galline ovaiole confinate in gabbie troppo piccole. Attualmente nell’Ue, una gallina ovaiola su sette non è allevata in condizioni soddisfacenti, ha sottolineato l’esecutivo europeo, che ha concesso agli stati interessati due mesi di tempo per conformarsi alle nuove norme entrate in vigore il 1 gennaio. Il comunicato della Commissione. In data odierna la Commissione europea, con lettera di costituzione in mora in cui chiede informazioni, ha sollecitato il Belgio, la Bulgaria, la Grecia, la Spagna, la Francia, l’Italia, Cipro, la Lettonia, l’Ungheria, i Paesi Bassi, la Polonia, il Portogallo e la Romania ad intervenire per ovviare alle carenze nell’attuazione della legislazione UE relativa al benessere degli animali.
E in particolare a far rispettare il divieto delle gabbie “non modificate” per le galline ovaiole che si applica a decorrere dal 1° gennaio 2012, come stabilito nella direttiva 1999/74/CE. La decisione politica di vietare le gabbie “non modificate” è stata presa nel 1999. Gli Stati membri disponevano di dodici anni per assicurare un passaggio morbido verso il nuovo sistema e attuare la direttiva. Finora, però, e nonostante i ripetuti inviti da parte della Commissione, gli Stati membri summenzionati non si sono adeguati appieno alla normativa dell’UE.
A decorrere dal 1° gennaio 2012 la direttiva 1999/74/CE stabilisce che tutte le galline ovaiole debbano essere tenute in “gabbie modificate” aventi maggiore spazio per nidificare, razzolare e appollaiarsi, ovvero in sistemi alternativi. Conformemente alla direttiva è possibile usare le gabbie soltanto se concedono a ciascuna gallina almeno 750 cm² di superficie della gabbia, un nido, lettiera, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie in modo da consentire alle galline di soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali.
È essenziale che gli Stati membri ottemperino pienamente al disposto della direttiva. È chiaro che gli Stati membri che non ottempereranno ai loro obblighi legali, non solo produrranno effetti negativi sul piano del benessere degli animali, ma determineranno anche distorsioni del mercato e situazioni di concorrenza sleale. Gli Stati membri che continuano ad usare le gabbie “non modificate” mettono in una situazione concorrenzialmente svantaggiosa le imprese che hanno investito per adeguarsi a queste nuove misure.
Ora, a seguito del provvedimento adottato oggi dalla Commissione, gli Stati membri interessati dispongono di due mesi per rispondere alla lettera di costituzione in mora in forza dei procedimenti di infrazione dell’UE. Se essi non risponderanno in modo soddisfacente la Commissione invierà un “parere motivato” con cui chiederà agli Stati membri di adottare le misure necessarie per conformarsi, entro due mesi, alla direttiva. (nella foto il commissario europeo alla Salute, John Dalli)
Altre informazioni: http://ec.europa.eu/food/animal/welfare/farm/laying_hens_en.htm
26 gennaio 2012