Per la prima volta il tasso di disoccupazione in Veneto supera quota 7% (il dato nazionale è l’8,6%). A lanciare l’allarme, all’indomani dell’uscita degli ultimi dati Istat sul lavoro in Italia, è il segretario regionale della Cgil Emilio Viafora. «Le proiezioni di Veneto Lavoro, per i l quarto trimestre 2011, indicavano un aumento del tasso al 6,5%—afferma il segretario della Cgil Veneto —. Oggi, con le rilevazioni provvisorie Istat, invece, possiamo dire che tale quota è stata sorpassata. Siamo oltre il 7%. Un dato molto preoccupante, se si pensa che solo nel 2007, cioè prima della crisi, il Veneto poteva vantare un tasso di disoccupazione del 3%». Per il Veneto si tratta di un brusco risveglio.
Nella prima parte del 2011, infatti, il tasso di disoccupazione era sceso in modo sensibile, passando dal 6,3% dell’ultimo trimestre 2010 al 5,4% del primo trimestre 2011; per proseguire con un 4,4% nel secondo trimestre 2011 e quindi 4,5%, del terzo 2011. Quindi l’impennata.
Anche «Veneto Lavoro», che solo tra un mese renderà noto il suo consueto report trimestrale, conferma il trend negativo. «Già nelle previsioni del terzo trimestre avevamo notato un fortissimo rallentamento di tutto il quadro economico, soprattutto per quanto riguarda la produzione industriale – afferma Sergio Rosato, direttore dell’agenzia regionale -. Purtroppo, dunque, quella che è stata annunciata non è una sorpresa. Quando cala la produzione industriale, infatti, vi sono subito ripercussioni sul fronte occupazionale. Diminuiscono i tempi determinati e l’interinale. Altrettanto non succede in altri settori ». Ma perché questa brusca accelerata del tasso disoccupazione, passato nel giro di pochi mesi dal 4,5 al 7%? «Il tasso al 4,5% in realtà era “mascherato” – spiega Rosato -. Per due motivi: la rilevazione era stata fatta nel periodo estivo, cioè quando ci sono molti lavori stagionali. Inoltre, con la fine dell’estate, sono andati esaurendosi molti ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione. Ecco perché adesso ci troviamo con così tanti lavoratori “per strada”. Purtroppo per ritrovare una disoccupazione al 7% in Veneto bisogna tornare indietro agli anni Novanta. Neanche nel 2009, cioè nell’acme della crisi, la disoccupazione aveva conosciuto simili livelli. Ci si era fermati al 5,9%».
Le involuzioni occupazionali sono tuttavia la conseguenza di una difficoltà complessiva dell’intero sistema. A sottolinearlo è di nuovo il segretario regionale della Cgil, Viafora, che cita il numero delle aziende che si trovano attualmente in «crisi». «Al 31 dicembre contiamo ben 457 aziende che hanno avviato o che stanno affrontando un processo di richiesta di ammortizzatori sociali, di ristrutturazione o addirittura di chiusura – evidenza il segretario -. Anche questo un dato molto serio. In questo inizio 2012 abbiamo una minore incidenza di casse integrazione, ma una crescita notevole di licenziamenti collettivi e individuali. Parliamo di un aumento del 24% rispetto allo stesso periodo del’anno scorso». I settori più in crisi sono sempre li stessi: edilizia abitativa, legno, arredamento. Ma c’è anche chi nella crisi sta facendo affari. «Oro e agroalimentare continuano a crescere – chiude Viafora -. E, in genere, chi ha puntato forte sull’esportazione ».
Corriere del Veneto – 7 gennaio 2012