Picco per le donne al Sud: 46,1%
La disoccupazione giovanile fa segnare un nuovo record, la quota di under-25 alla ricerca di un posto sale al 29,6% nei primi tre mesi del 2011, non era mai stata così alta nei corrispondenti trimestri, a partire dall’inizio delle serie storiche del 2004. E il dato peggiora se si guarda alle donne tra i 15 e i 24 anni del Mezzogiorno, con il tasso che schizza al 46,1%. Quindi se, complessivamente, nel Paese è quasi un giovane su tre a restare a casa, nel Sud non trova lavoro circa una giovane ogni due.
La fotografia scattata dall’Istat su gennaio-marzo mantiene, però, una nota positiva, la quota totale di senza lavoro cala all’8,6% dal 9,1% dello stesso periodo dello scorso anno. Saltando a maggio il quadro cambia. L’Istituto di statistica indica, infatti, in base a stime provvisorie (su dati destagionalizzati), un tasso all’8,1%, in aumento rispetto ad aprile di 0,1 punti. Continuano, quindi, le oscillazioni intorno all’8%, con il numero delle persone alla ricerca di un impiego che torna sopra la soglia dei 2 milioni (+17 mila in un mese). In parallelo, sul fronte occupazione, l’Istat registra un aumento di 21 mila unità. A riguardo, i tecnici dell’Istat fanno notare come nell’ultimo periodo l’occupazione abbia certamente smesso di scendere, ma non abbia ancora trovato una forte spinta propulsiva.
A destare più attenzione è la questione giovani, con la quota dei senza posto di nuovo in rialzo (28,9%). Intanto, Eurostat stima una disoccupazione stabile al 9,9% nel’Unione monetaria (20% per giovani). Tornando al primo trimestre, diverse sono le novità. Per la prima volta dall’inizio del 2008 il numero dei disoccupati segna un calo annuo (-5,2% pari a 118 mila unità). Guardando ai settori, dopo una caduta durata oltre tre anni, inizia a recuperare anche l’occupazione nell’industria. Inoltre, tornano a crescere gli impiegati a tempo pieno, anche se non si ferma l’aumento del part-time involontario. L’Istat sottolinea il rallentamento della discesa dei lavoratori con contratto indeterminato, mentre prosegue il rialzo annuo del numero di dipendenti a termine. Tra i punti che ormai caratterizzano da tempo il mercato del lavoro, si riscontra l’ampliamento della schiera degli inattivi (quasi 15 milioni), coloro che non hanno e non cercano un posto, tra cui i cosiddetti scoraggiati. In particolare, il tasso di inattività tra gli under 25 raggiunge quota 72,1%. Sale l’incidenza della disoccupazione di lunga durata (49,4%). I sindacati commentano con preoccupazione i dati, la Cgil parla di «pericolosissima recessione occupazionale», mentre Cisl e Uil invitano ad accelerare la riforma dell’apprendistato