Il tasso di disoccupazione a febbraio 2012 si è attestato al 9,3%, in rialzo di 0,2 punti percentuali su gennaio e di 1,2 punti su base annua. È il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Lo rileva l’Istat in base a dati destagionalizzati e a stime provvisorie.
Prendendo in considerazione le serie trimestrali è il dato più alto dal IV trimestre 2000. In crescita anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), che sempre a febbraio 2012 è arrivata al 31,9%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4,1 punti su base annua. Il picco dei senza lavoro tra i giovani si trova nel Meridione: il tasso di disoccupazione per le giovani donne del Mezzogiorno ha infatti raggiunto quota 49,2 per cento. A febbraio 2011 la disoccupazione giovanile si attestava invece al 29,8 per cento.
Gli occupati, spiega una nota dell’Istat, «sono 22 milioni e 918mila, in diminuzione dello 0,1% (-29 mila unità) rispetto a gennaio». Il calo riguarda la sola componente femminile. Nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente l’occupazione segna un aumento dello 0,1% (16mila unità). Il tasso di occupazione si attesta al 56,9%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e in aumento 0,1 punti in termini tendenziali.
Il peggioramento italiano sul fronte occupazione trova conferma anche nel trend europeo. Per l’Eurostat, infatti, i disoccupati nell’area Euro hanno raggiunto nel febbraio scorso la cifra record di 17 milioni di unità (+162mila su mese precedente), pari al 10, 8% (10,7% a gennaio). Guardando invece a tutta l’Unione europea a 27, la disoccupazione è aumentata al 10,2 per cento, dal 10,1 per cento di gennaio. In questo caso Eurostat ha contato 24 milioni 550 mila disoccupati, 167 mila in più dal mese precedente e 1 milione 874 mila in più nel confronto su base annua.
La diffusione degli ultimi dati su occupati e disoccupati a febbraio, inizilamnte prevista per le ore 10 di oggi, è slittata di qualche minuto a causa della irruzione nella sala stampa dell’Istat di una trentina di lavoratori precari dell’Istituto. Causa della protesta, spiega una nota dei precari, il fatto che l’Istat, «si avvale del contributo di 419 tra ricercatori e collaboratori tecnici a tempo determinato assunti a seguito di una procedura concorsuale analoga a quella prevista per l’assunzione a tempo indeterminato».
ilsole24ore.com – 2 aprile 2012