Il 28 dicembre 2011 Giorgio Bonet è andato in pensione. Il 9 gennaio 2012 si è ripresentato al lavoro. Stesso ruolo: direttore di Veneto Agricoltura, ente strumentale della Regione. Stesse funzioni di prima.
Stesso stipendio. I sindacati protestano: perché lui sì e tutti gli altri no? Perché per il direttore pensionato di Veneto Agricoltura la Regione ha detto che può continuare a lavorare e a tutti gli altri dipendenti manco viene riconosciuto il nuovo contratto? E ancora: perché per ogni assunzione a tempo determinato, compresi gli operai per la semina, bisogna chiedere e attendere l’autorizzazione, peraltro tutt’altro che celere e nemmeno scontata, mentre per i vertici la giunta di Luca Zaia dà l’immediato nullaosta? I sindacati sono mobilitati: Cgil, Cisl e Uil martedì marceranno a Palazzo Balbi per un presidio, poi si sposteranno al Ferro Fini per un incontro con i capigruppo. Tra le richieste: «Trasparenza sulle spese per la riassunzione del direttore, con lo stesso ruolo, il giorno dopo il suo pensionamento».
La vicenda è singolare e presta il fianco a chiacchiericci anche per i legami politici e familiari. Giorgio Bonet è il marito di Francesca Zaccariotto, la presidente leghista della Provincia di Venezia che a Ca’ Corner ha fatto la stessa cosa di Veneto Agricoltura: il segretario generale della Provincia, Giuseppe Panassidi, è andato in pensione, ma è stato ripreso come direttore generale. Nel feudo leghista di Veneto Agricoltura, il posto di direttore è in quota Pdl. L’amministratore unico dell’ente, Paolo Pizzolato, che è anche segretario provinciale del Carroccio a Venezia, spiega che il pensionamento di Bonet con prosecuzione dell’incarico ha avuto il nullaosta della giunta di Luca Zaia e dell’ufficio legale. «A fine anno, saputo delle nuove normative, il direttore generale di Veneto Agricoltura, Giorgio Bonet, ha deciso di utilizzare quella “finestra” per andare in pensione – dice Pizzolato – Il suo incarico in Veneto Agricoltura è collegato a quello dell’amministratore unico, cioè al sottoscritto: io “scadrò” il 14 maggio. Così ho chiesto alla giunta se Bonet, pur in pensione, poteva proseguire l’incarico fino a quella data. Ho ricevuto una lettera in cui mi si dice che, salvo ulteriori controlli, può continuare il suo incarico. Faccio presente che, come al sottoscritto e a tutti i dirigenti, lo stipendio è stato ridotto». Basterà come spiegazione ai sindacati e ai “soldati semplici” di Veneto Agricoltura? (al.va.)
Gazzettino – 13 febbraio 2012