I ministeri e le altre pubbliche amministrazioni centrali, compresi gli enti pubblici non economici e gli enti di ricerca, hanno tempo fino al 31 ottobre per bandire i primi concorsi pubblici per reclutare i dirigenti di prima fascia.
Lo stabilisce la direttiva 11/2011, diramata ieri dalla Funzione pubblica, con cui il ministero guidato da Renato Brunetta prova ad accelerare sull’attuazione della riforma che cambia la strada d’accesso verso i vertici amministrativi.
La novità è quella dettata dalla riforma del pubblico impiego (Dlgs 150/2009, articolo 47), che prevede il concorso pubblico per il 50% dei nuovi dirigenti di prima fascia nella Pa centrale. La platea dei posti da mettere a concorso, come specificato dal Dpcm emanato il 26 ottobre scorso, va calcolata sulla base delle caselle che si liberano nell’organico con le cessazioni dai lavoro dei vecchi dirigenti di vertice. Il passaggio essenziale, quindi, è la programmazione: le amministrazioni dovranno calcolare i posti che si liberano nel triennio 2011/2013 (o, se preferiranno in sede di prima applicazione adottare un orizzonte più ampio, nel quadriennio 2011/2014), e indicarle in una relazione da inviare a Palazzo Vidoni entro fine ottobre. La disciplina è quella del concorso pubblico per titoli ed esami per cui, nel bando, andranno specificati, oltre ovviamente al numero dei posti, l’orizzonte temporale di riferimento e i criteri e la tempistica per l’utilizzo della graduatoria e per gli eventuali scorrimenti, nel caso si liberassero ulteriori caselle. Senza questi elementi, avverte la direttiva, il rischio di impugnazioni è concreto; è possibile bandire anche posti a tempo determinato, che sono riservati però a funzioni che richiedono particolari professionalità da descrivere nel bando.
ilsole24ore.com – 10 agosto 2011