L’Unità sanitaria di Pordenone aveva distribuito compensi straordinari anche a chi non aveva fatto un’ora. E adesso non pagherà nessuno. Oltre al danno la beffa. Non solo aspettare quasi vent’anni per avere una sentenza, ma quando finalmente arriva ed è favorevole, di fatto non serve a nulla. I soldi chiesti indietro, infatti, non ci sono più, la vecchia Usl addirittura non esiste e la nuova Azienda sanitaria territoriale ammette candidamente di non sapere dove sono finiti i soldi. Morale della favola resta l’amaro in bocca per i tempi lunghi della giustizia (amministrativa) e per la beffa senza precedenti. Delusi e amareggiati un centinaio tra tecnici e infermieri dell’ospedale che nell’oramai lontano 1993 avevano contestato una delibera della vecchia Unità sanitaria locale 11 (oggi Ass 6).
E chiesto ai giudici del Tar di Trieste di farsi restituire circa 160 milioni delle vecchie lire per lavoro straordinario effettuato in corsia. L’altro giorno, invece, dopo che il Consiglio di Stato a cui l’Usl si era rivolta dopo aver perso il primo grado al Tar, ha dichiarato decaduto il ricorso e il direttore generale dell’Ass 6, Giuseppe Tonutti, ha preso atto (dopo vent’anni) della sentenza del Tribunale amministrativo a favore di tecnici e infermieri. Tutto bene? Neppure per sogno.
Già, perchè lo stesso direttore ha anche spiegato che non è più possibile procedere al recupero delle quote da destinare a chi ha vinto la causa perchè quel fondo di derivazione regionale era già stata erogato a tutti. Anche a chi non ne aveva diritto e oggi, dopo 20 anni, è impossibile chiederne la restituzione.
La causa era stata portata avanti da 91 dipendenti (tecnici di laboratorio, radiologi e appartenenti al sindacato Snatoss) che avevano contestato le modalità di erogazione di un fondo (160 milioni di lire) che avrebbe dovuto essere distribuito come plus orario solo a chi effettivamente aveva svolto straordinari motivati e dichiarati dal capo dell’équipe. La dirigenza dell’Usl 11, invece, decise di dare una piccola parte di premio a tutto il personale anche a chi non aveva svolto straordinari penalizzando di fatto chi, invece, il plus orario lo aveva effettivamente svolto.
Tra il dicembre del 1993 quando fu presentato il ricorso al Tar. I giudici amministrativi per la verità ci misero solo 5 anni per arrivare alla sentenza e nel 1998 diedero ragione ai ricorrenti. L’Usl 11 presentò appello al Consiglio di Stato, ma il tutto finì nel porto delle nebbie. Solo nel 2010, 12 anni dopo, il Consiglio di Stato dichiarò decaduto il ricorso, liberando la sentenza del Tar. I legali dei cento dipendenti ospedalieri, buona parte oramai in pensione, a quel punto hanno chiesto la restituzione delle somme per i loro assistiti, ma l’Ass 6 (nel frattempo l’Usl 11 era sparita) ha spiegato che non è più possibile. L’unica soddisfazione (magra) è che le spese le pagherà l’Azienda sanitaria.
Il Gazzettino – 16 aprile 2012