EFSA pubblica la propria valutazione sulla esposizione alimentare a Diossine e PCB diossino-simili nell’uomo e negli animali, dopo un serrato confronto con gli esperti nominati dagli stati membri a seguito di una prima valutazione ristretta dell’opinione, decidendo di abbassare di sette volte il livello guida per la salute umana di questa famiglia di sostanze. Questo implica una revisione dei livelli massimi di contaminazione negli alimenti e nei mangimi. Non risultano riportati i dati dei controlli ufficiali degli alimenti e dei mangimi eseguiti in Italia per il periodo considerato 2010-2016. Tale mancanza di contributo italiano costituisce una occasione di dibattito e confronto per il prossimo incontro tra EFSA e il Ministero della salute previsto per il 10 dicembre prossimo sul ruolo e l’articolazione delle Agenzie per la Sicurezza alimentari nazionali e Europea, dove l’agenzia Francese ANSES e l’Istituto Federale Per la Valutazione del Rischio BfR tedesco costituiscono dei punti di riferimento. A differenza di quella delle diossine, rimane ancora sospesa in EFSA l’opinione per PFOS e PFOA a cui è legata la valutazione dei dati di contaminazione alimentare del Veneto, valutazione che potrebbe risultare superata dagli ultimi sviluppi nelle conoscenze tossicologiche relative all’esposizione contemporanea a più PFAS.
L’opinione di EFSA sul rischio per l’uomo e gli animali di diossine e sostanze diossino simili
Come preannunciato nel convegno di Cracovia dell’agosto scorso, e riportato su Sivemp Veneto, EFSA ha ufficializzato la sua opinione sulla valutazione del rischio per la salute umana e degli animali, dato dalla presenza di Policlorodibenzo -diossine e –furani e Policlorobifenili ad azione diossina-simile ( PCDD/Fs e DL-PCBs) in alimenti e mangimi, disponibile qui sul sito Efsa
Tale pubblicazione fa seguito ad un incontro tenutosi a Parma la scorsa settimana in cui i rappresentanti delle agenzie di sicurezza alimentare, o in mancanza di esse delle autorità degli stati membri sono stati chiamati a discutere i commenti ricevuti per iscritto o verbalizzati dopo che la bozza di opinione era già stata fatta circolare a Bruxelles nell’ambito del Comitato Veterinario Permanente.
Da quanto risulta dalla discussione, che ha avuto anche un riscontro nella riunione Plenaria del Panel Contaminanti, aperta agli osservatori, Germania, Italia (IZS di Teramo su nomina ministeriale), e Finlandia hanno portato alcune obiezioni nel merito dello studio di tossicità umana preso in considerazione (ridotta qualità del liquido seminale alla pubertà in bambini russi esposti a contaminazione da un impianto chimico), e alla modellistica utilizzata per derivare da una dose interna (concentrazioni nel sangue) una corrispondente dose di assunzione alimentare.
Nell’attesa che per trasparenza, venga resa pubblica anche la discussione nell’ambito di tale riunione ristretta, e di una più attenta lettura del documento alquanto complesso, di seguito si riportano le principali evidenze.
EFSA ritiene di abbassare di 7 volte il valore guida tossicologico per esposizioni croniche a PCDD/Fs e DL-PCBs da 2 pg WHO-TE/kg di peso corporeo al giorno a 2 pg WHO-TE/kg di peso corporeo a settimana.
I bambini più esposti: il consumo di pesce grasso, frattaglie, uova da allevamenti rurali e selvaggina fattori determinanti per la sovraesposizione. Verso un cambio del quadro normativo in sicurezza alimentare.
Questo comporta una rilevante sovraesposizione rispetto a tali valori guida soprattutto nei bambini (in virtù del maggiore consumo di alimento rispetto ad un adulto, per kg di peso corporeo) e per quelle persone che abitualmente fanno consumo di alimenti a più alta contaminazione, quale pesce pescato in base al contenuto lipidico, fegato di ruminanti, uova da allevamenti rurali.
Tutto questo può comportare una revisione dell’attuale quadro normativo nei mangimi e negli alimenti, con limiti di legge al ribasso che per alcune tipologie possono anche comportare problemi di accesso sicuro alla risorsa alimentare.
In parallelo, viene discusso al ribasso di 10 volte, il fattore di equivalenza di tossicità del DL-PCB 126. Poiché tale PCB contribuisce fino al 60% al TEQ totale, se tale revisione del TEF fosse accettata in ambito OMS/WHO, il grado di sovraesposizione sarebbe di fatto dimezzato. In tale senso il Responsabile per la Commissione Europea per la sicurezza alimentare dottor Frans Verstraete ha già inviato richiesta all’OMS per una revisione.
Questa opinione porta ad una revisione del rapporto rischio/beneficio legato al consumo di pesce: dovranno essere gli Stati Membri ad indirizzare i consumatori su una scelta più responsabile, sulla base dei dati nazionali di contaminazione e dei consumi delle varie specie ittiche.
L’Italia assente dal flusso di dati fornito ad EFSA su alimenti e mangimi nel periodo 2010-2016
A questo proposito, nonostante i lavori scientifici degli esperti italiani siano spesso citati nell’opinione sia in campo umano che di sicurezza alimentare, non risultano essere pervenuti o valutati da EFSA i dati dei piani di monitoraggio di PCDD/Fs e DL-PCBs negli alimenti e nei mangimi, compreso il cosiddetto piano “pescato” attivato nell’ambito del monitoraggio alimentare in ambito dei Siti di Interesse Nazionale – SIN per quanto riguarda la contaminazione ambientale.
Questo rappresenta una grave mancanza che non rende merito alle competenze chimico-tossicologiche che ci sono nella rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e alle attività di campionamento e di “advice” al mondo produttivo dei veterinari pubblici, che lavorano da tempo in qualità.
A vicariare tale mancanza di dati italiani, che potrebbe dare stime di esposizione per la popolazione nazionale differenti da quelle reali, poiché basate sulle contaminazioni alimentari e mangimistiche osservate in altri stati membri, ci pensa ancora una volta un lavoro della rete degli Izs, pubblicato all’inizio dell’anno sulla prestigiosa rivista Science of the Total Environment (e di cui EFSA non sembra avere tenuto conto), che giunge a stimare esposizioni alimentari nazionali sostanzialmente in accordo con quelle prospettate da EFSA.
Verso una discussione della struttura e funzionamento delle Agenzie di Sicurezza Alimentari a livello europeo.
Della scarsa incisività dell’Italia a livello di sistema Paese nei confronti di EFSA (a livello di singoli ricercatori ed esperti a titolo indipendente dallo stato membro di appartenenza si è oltremodo ben rappresentati e considerati nell’opinione) si avrà modo di parlare al prossimo incontro tra EFSA e il Ministero della Salute previsto a Roma il 10 dicembre 2018 (il programma del workshop) tenendo conto delle differenti organizzazioni nella valutazione e gestione del rischio presenti nei vari Paesi Europei. L’Italia ha scelto di non svolgere la valutazione e gestione del rischio in due enti separati, a differenza ad esempio della Francia e della Germania, che oggi a ragione tramite l’ANSES e il BfR possono essere riconosciuti come assolutamente autorevoli ed in grado di indirizzare gli approcci metodologici nella valutazione del rischio alimentare. Presso il foro consultivo EFSA ci sono i rappresentanti ministeriali e anche il Focal Point Efsa, attualmente in carico all’Istituto Superiore di sanità, sta per essere avocato alla Direzione Generale degli Organi Collegiali per la Tutela della Salute, con il prossimo rinnovo della assegnazione.
Il Regolamento di Riforma della Politica di Sicurezza Alimentare REFIT sarà votato in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo il 21 novembre, per poi passare in plenaria il 12 dicembre. Se da una parte ribadisce l’opportunità della separazione tra enti che effettuano la gestione e la valutazione del rischio, dall’altra impone ad EFSA la scelta di esperti da liste di abilitazione dei vari stati membri (il gestore del rischio seleziona il valutatore del rischio). Per chi partecipa o parteciperà a gruppi di lavoro EFSA potrebbe essere difficile rilasciare una dichiarazione di assoluta indipendenza, anche da interessi nazionali. E questo alla lunga può inficiare la credibilità di EFSA presso l’opinione pubblica in presenza di gruppi di opinione particolarmente agguerriti su tematiche molto sentite (glifosato, OGM, benessere animale,…).
L’opinione EFSA su PFOS e PFOA ancora in definizione
In tutto questo, la pubblicazione dell’opinione EFSA su PFOS e PFOA risulta ancora non definita: si spera entro la fine dell’anno, ma probabilmente sarà oltremodo interlocutoria e di fatto superata nelle conoscenze che si stanno piano piano consolidando su una valutazione di tossicità cumulativa/combinata a differenti PFAS cui siamo contemporaneamente esposti tramite il cibo e l’ambiente (aria, polvere). Analogamente all’opinione “diossine” il lavoro di EFSA su PFOS e PFOA è stata posto in discussione con un gruppo di esperti in rappresentanza delle Autorità nazionali il 28 Settembre scorso, dopo essere stato divulgato in maniera riservata a fine luglio. Al momento i punti maggiormente discussi riguardano la considerazione del colesterolo come principale effetto tossico da considerare, (le agenzie americane US EPA e ASDR prendono in considerazione effetti tossici differenti), e gli studi epidemiologici considerati, dove l’aumento della colesterolemia totale nel sangue delle popolazioni esposte non trova corrispondenza in una aumentata prevalenza di malattie cardiovascolari. Al momento non è dato conoscere il contributo italiano su tale opinione. Questo è un altro aspetto da migliorare con proposte positive da portare all’incontro Ministeriale aperto alla comunità scientifica del 10 Dicembre, confrontandosi perché no, con quanto in atto in Francia e in Germania in maniera strutturata, indipendente ma in dialogo con chi gestisce il rischio.
A cura redazione Sivemp Veneto
22 novembre 2018