Controlli a tappeto dei Nas, filtro anche su latte e carni suine. Nuovi test: livelli 78 volte superiori alla norma
MILANO – L’Italia ha importato una limitata quantità di uova dalla Germania, ma grazie all’etichettatura è possibile rintracciarle guardando il marchio di produzione e provenienza. Lo ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio dopo che l’allarme per i prodotti contaminati da diossina si è esteso in tutta Europa.
PRODOTTI ITALIANI SICURI – Il ministro ha rassicurato sul fatto che i prodotti italiani (latte, carne e uova), marchiati e tracciabili, «sono garanzia di sicurezza». Per quanto riguarda il latte, ai produttori che lo importano dalla Germania è arrivata una lettera del ministero con la richiesta di effettuare indagini specifiche per la diossina; in più saranno effettuati controlli a campione da Nas e Regioni in tutta la Penisola. Il Ministero ha dunque disposto un doppio filtro per individuare l’eventuale presenza di diossina nei prodotti alimentari, con un controllo all’origine da parte delle aziende importatrici e un sistema di verifica al dettaglio nelle regioni. Il 12 è in programma una riunione tecnica a Bruxelles. «E il 13 a Roma ho convocato una riunione con i tecnici che hanno partecipato all’incontro di Bruxelles, i Nas e le Regioni – aggiunge Fazio -. Insieme si metteranno a punto modalità di controllo a campione». Per il latte a lunga conservazione e le carni suine, sui quali non è prevista l’etichetta che indica l’origine, «potremo contare su questo doppio filtro». Silvio Borrello, direttore generale per la sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute, ha detto che in Italia non ci sono uova contaminate dalla diossina: l’importazione dalla Germania è minima, e «se ci fossero state contaminazioni sarebbero state subito segnalate dal sistema di allerta rapido. E in ogni caso c’è un efficace sistema di tracciatura, nel guscio delle uova è riportato il Paese d’origine». Nessun rischio anche per il pollame, malgrado le segnalazioni di contaminazione in Germania: «Non importiamo pollo perché anche nel settore avicolo siamo autosufficienti». Dichiarazioni che non bastano al Codacons: per l’associazione dei consumatori «è indispensabile adottare misure anche estreme per tutelare la salute dei consumatori, come il blocco dell’import degli alimenti a rischio dalla Germania».
«NASCOSTI RISULTATI TEST» – In Germania proseguono le indagini sulle cause della contaminazione e la magistratura tedesca ha aperto un’inchiesta perché sospetta che all’origine del caso ci sia un «comportamento criminale» della ditta sotto accusa, la Harles und Jentzsch, che produceva contemporaneamente olii industriali e acidi grassi recuperati da olii di scarto alimentari da aggiungere ai mangimi. Nuovi test hanno indicato che i livelli di diossina nei grassi animali prodotti dall’azienda erano circa 78 volte sopra la norma. Uno scandalo che ha portato alla chiusura di oltre 4.700 allevamenti di polli e suini e che ha investito anche Olanda e Gran Bretagna, dove sono arrivate le uova incriminate. E una nuova rivelazione arriva dal settimanale Der Spiegel, secondo cui la Harles und Jentzsch avrebbe nascosto alle autorità i risultati dei test. Alcuni funzionari delle autorità dello Schleswig-Holstein hanno visitato la società il 28 luglio scorso, ma l’azienda non ha consegnato loro i risultati delle indagini interne, eseguite il 19 marzo e il 21 giugno. Il primo test aveva rilevato 1,6 nanogrammi di diossina per kg di acido grasso, rispetto al livello di guardia di 0,75 nanogrammi per kg (equivalente a 0,7 picogrammi per grammo), mentre il secondo aveva dato un valore di 1,4 nanogrammi. Un terzo test, eseguito dalla società il 7 ottobre, avrebbe dato un valore di 1,44 nanogrammi per kg di acido grasso. Intanto lo scandalo si allarga anche alla carne di pollo: il settimanale Focus rivela che in un rapporto del 6 gennaio inviato a Bruxelles dal governo tedesco è scritto che l’analisi di tessuti grassi prelevati a tre polli di batteria hanno evidenziato una percentuale di diossina di 4,99 picogrammi per ogni grammo di carne. Il valore massimo di tossina tollerato dalla legge è invece di 2 picogrammi. Nel rapporto non è scritto da quale allevamento provengano i polli.
COREA SUD, SOSPESE IMPORTAZIONI – L’allarme sui prodotti tedeschi si allarga a macchia d’olio. La Russia ha rafforzato i controlli sulla carne di maiale e di pollo e la Slovacchia ha sospeso temporaneamente la vendita di uova e carne di volatile importati dalla Germania. In Gran Bretagna alcuni supermercati hanno ritirato generi alimentari prodotti con uova tedesche. Drastico il provvedimento della Corea del Sud, che sospeso le importazioni di carne suina tedesca. Il commissario europeo alla Salute John Dalli ha definito la misura «sproporzionata». Finora la Commissione non ha ritenuto opportuno chiedere la sospensione delle esportazioni di carni o di prodotti alimentari dalla Germania. Secondo Dalli la Commissione europea non ha perso tempo, semmai sono state le autorità tedesche a non fare i controlli come avrebbero dovuto a fronte del sospetto che la Harles und Jentzsch abbia nascosto per nove mesi i risultati dei test sui suoi prodotti.
Corriere.it
8 gennaio 2011