E’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 13 giugno 2015 il decreto del 21 maggio scorso con cui il Ministero della Salute proroga l’ordinanza 17 maggio 2011, e le successive modificazioni, recante «Misure urgenti di gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago di Garda». La decisione di prorogare il provvedimento (per la quarta volta) a fronte dei dati di valutazione dei livelli di contaminazione di diossine e Pcb in campioni di prodotti ittici del lago di Garda contenuti nella relazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale per l’Abruzzo e il Molise, laboratorio nazionale di riferimento per le diossine e i Pcb in alimenti destinati al consumo umano, condivisa con il Centro di referenza per l’epidemiologia veterinaria, la programmazione, l’informazione e l’analisi del rischio (Covepi). Nella relazione si evidenzia la necessità di mantenere in vigore le misure di divieto per la gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago.
Dopo aver sentito gli enti territoriali competenti per il bacino del lago di Garda, Lombardia, Veneto e provincia autonoma di Trento, il Ministero ha disposto che il termine di validità dell’ordinanza del Ministro della salute 17 maggio 2011, prorogato con le ordinanze 18 maggio 2012, 7 giugno 2013 e 13 giugno 2014, sia ulteriormente prorogato di dodici mesi.
L’ordinanza del 2011 dispone il divieto per gli operatori del settore alimentare di immettere sul mercato o commercializzare al dettaglio le anguille provenienti dal Lago di Garda destinate all’alimentazione umana. Le competenti autorità sanitarie sono chiamate a vigilare sul rispetto dell’ordinanza
Le Regioni Lombardia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento adottano i provvedimenti per garantire un’adeguata informazione agli operatori e ai consumatori sui rischi per la salute legati al consumo.
15 giugno 2015