A seguito di numerose e anche assai gravi aggressioni e/o tentativi di intimidazione, perpetrati ancora recentemente ai danni di medici veterinari che svolgono le loro funzioni di controllo ufficiale, non solo nei territori del Paese già altrimenti definiti “a legalità limitata”, i quali richiedono naturalmente azioni di contrasto specifiche, ma pure diffusamente in ogni regione, FVM sezione SIVeMP ha ritenuto urgente sollecitare la massima attenzione presso tutte le aziende sanitarie: con appositi e formali atti di diffida è stato perciò intimato ad ogni Amministrazioni di verificare se siano state poste in essere tutte le azioni dovute per legge quale tutela del lavoratore in termini di “sicurezza totale” del lavoro, ai sensi perciò del D.lgs. 81/2008.
Risulterebbe infatti che solo una minoranza di aziende sanitarie avrebbero ottemperato in modo completo, valutando correttamente il “Rischio Aggressione”, in specie dal punto di vista della “safety”, che identifica la sicurezza che si occupa della tutela fisica e morale dei lavoratori, e non già riducendo l’analisi alla sola “security”, che invece identifica le tematiche concernenti la tutela del personale e dei beni aziendali dall’attacco di terzi.
Infatti, se già il Ministero della Salute, ben 10 anni or sono, ebbe a sottolineare la gravità e l’importante incidenza negativa degli atti intimidatori, inserendo, nel “Protocollo luglio 2009” per il monitoraggio degli eventi sentinella, “gli atti di violenza nei confronti degli operatori sanitari” perpetrati da estranei all’Amministrazione, tra i 16 eventi avversi di notevole gravità, anche l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha elaborato approfondimenti inerenti la valutazione e la prevenzione dei rischi derivanti dallo stress di origine lavorativa, evidenziando nella propria “factsheet n. 24” come la violenza, gli insulti, le minacce o le forme di aggressione fisica o psicologica praticate sul lavoro, da soggetti esterni all’organizzazione, siano tali da mettere a repentaglio la salute, la sicurezza e il benessere del lavoratore.
FVM sez. SIVeMP confida quindi che il maggiore livello di attenzione, così come sollecitato, possa costituire già un valido argine rispetto ai danni diretti o indiretti conseguenti ad aggressioni o comunque da una presenza del “rischio aggressione” cui finora non siano corrisposte adeguate azioni preventive, ferme restando comunque tutte le ulteriori azioni di tutela che il sindacato eserciterà certamente in favore dei propri iscritti eventualmente danneggiati, considerando perciò anche ogni responsabilità, specie dopo quanto intimato, al fine pure della costituzione quale parte civile nel caso degli eventi in questione.