52.386.749,16 euro. È la somma stanziata dalla Regione del Veneto per far fronte quest’anno alla carenza di medici di base. Quanti ne mancano? Ufficialmente sono in servizio 2.895 camici bianchi e ne servirebbero altri 500 per coprire le cosiddette “zone carenti”, paesi e luoghi dove nessuno vuole andare perché aree disagiate, lontane, poco attraente. In realtà medici di base ne servirebbero ben di più perché nel computo vanno inseriti i no-vax che sono stati sospesi e che quindi non possono esercitare, ma anche i professionisti quelli che sono andati in pensione. «E non avete idea di quanti, stanchi e stressati per la situazione in cui si sta operando ormai da due anni, andranno in quiescenza prima dei 68 anni», avverte il segretario veneto della Fimmg, il principale sindacato dei medici di medicina generale.
GLI IMPORTI La soluzione deliberata martedì dalla giunta regionale non è sicuramente definitiva, ha puntualizzato l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ma in via «emergenziale e temporanea» cerca di trovare un rimedio. Come? Pagando di più i medici che accetteranno di curare più pazienti: la soglia dei “mutuati” oggi è di 1.500, la Regione riconoscerà il pagamento fino a 1.800 assistiti. Ovviamente su base volontaria, per il medico non c’è obbligo di sorta. A quanto ammontano gli indennizzi? A 5,50 euro ad assistito all’anno. Vale per chi già aveva l’indennità di 3,50 euro a paziente per poter avere un collaboratore di studio (in pratica la segretaria per fissare gli appuntamenti e rispondere al telefono) e adesso avrà altri 2 euro a paziente. E vale per chi non aveva alcuna indennità e adesso potrà avere 5,50 euro a “mutuato”. Fatti due Conti, 1.800 assistiti per 5,50 euro l’uno, al medico andrebbero 9.900 euro l’anno.
GUARDIE MEDICHE I medici delle Guardie Mediche (le cosiddette Continuità assistenziali) riceveranno invece per gli straordinari non più 32 euro all’ora, ma 40 euro come per le Usca. Stesso compenso, 40 euro all’ora, anche nelle zone dichiarate disagiate dalla Regione e negli istituti penitenziari. «Non è la soluzione definitiva – ha detto Lanzarin – serve un cambio radicale della contrattazione nazionale». Scassola, per la Fimmg, ha detto la categoria è favorevole al provvedimento individuato da Palazzo Balbi: «L’invito che rivolgiamo alla Regione è di una riorganizzazione della medicina generale».
PENSIONATI Altro tema, i pensionati: nella legge di bilancio statale è stato nuovamente consentito il cumulo tra pensione e retribuzione per chi, in quiescenza, torna a lavorare stante l’emergenza Covid. Ma il punto è che altri andranno in pensione: la stima in tutto il Veneto – ha detto l’assessore – è di 4-500 medici che si ritireranno, addirittura 800 medici di base nei prossimi 3-4 anni. L’unica nota positiva è che nei prossimi due anni dovrebbero essere pronti circa mille nuovi dottori.
Il Gazzettino