La proposta di legge, in attesa dell’ok della commissione Bilancio, prevede che nel caso di “instaurazione di un rapporto di lavoro con una lavoratrice nei due anni successivi al parto, le aliquote contributive e previdenziali e assistenziali previste dalla legislazione vigente siano ridotte nella misura del 75% per i primi 36 mesi
La guerra contro la crisi passa anche con l’utilizzo degli incentivi. E così il testo unico, messo a punto dalle commissioni Attività produttive e Lavoro, in esame alla Camera prevede agevolazioni per favorire i nonni-sitter che potranno prendere l’aspettativa al posto della figlia “micro-imprenditrice”. La giovane lavoratrice a sua volta potrà chiedere, entro i tre anni di vita del bimbo, “un’indennità di sei mesi” se l’altro genitore o i nonni hanno preso il congedo. Una eventualità che potrebbe dare una boccata d’ossigeno alle mamme e neo mamme impegnate su fronte lavorativo e quello familiare, e anche un riconoscimento al ruolo fondamentale dei nonni nella società italiana.
La proposta di legge prevede anche che nel caso di “instaurazione di un rapporto di lavoro con una lavoratrice nei due anni successivi al parto, le aliquote contributive e previdenziali e assistenziali previste dalla legislazione vigente siano ridotte nella misura del 75% per i primi 36 mesi, ferma restando la contribuzione a carico della lavoratrice nelle misure previste per la generalità dei lavoratori”. Arrivano anche in Italia i “business angel”, vale a dire “soggetti pubblici o privati” che in cambio di investimenti fino a 250 mila euro in micro imprese di giovani o di donne potranno avere in cambio detrazioni fiscali. Il teso ora attende il parere delle commissione Bilancio.
Il Fatto quotidiano – 6 giugno 2012