«Depenalizzazione degli errori medici? Dai dati che abbiamo gran parte delle cause giudiziarie contro i medici finiscono in un nulla di fatto, nell’assoluzione. Per questo va depenalizzato il reato». Il ministro della Salute Orazio Schillaci, in un’intervista al Messaggero conferma quanto annunciato nei giorni scorsi.
Una svolta molto attesa dalle associazioni di categoria dei camici bianchi che da tempo sottolineano come solamente in Italia, Polonia e Messico l’errore medico rischia oggi di essere sanzionato penalmente.
La medicina difensiva
La proposta di Schillaci intende depenalizzare la responsabilità medica (fatta eccezione per il dolo), mantenendo solo quella civile. Alla base c’è l’intenzione di mettere un freno alla cosiddetta «medicina difensiva» che pesa sulle casse dello Stato per circa 10 miliardi l’anno e mette a dura prova la tenuta del sistema sanitario nazionale.
«La medicina difensiva è un male – spiega Schillaci – Porta i medici a prescrivere troppi esami, ingolfa le strutture, aumenta le liste di attesa. E le dico da medico: confonde anche il medico curante che da tanti, troppi, accertamenti deve trarre le conclusioni». Il ministero è al lavoro per definire le linee guida con criteri chiari sugli esami da prescrivere nei vari casi e quando svolgerli.
Il fascicolo sanitario elettronico
«A breve sarà varato il fascicolo sanitario elettronico – annuncia il ministro – Sarà descritta la storia clinica di ogni cittadino. In questo modo, con i dati digitalizzati, miglioreranno le cure perché ovunque andrà a chiedere assistenza, in qualsiasi struttura sanitaria, il medico potrà conoscere subito la sua situazione pregressa».
Meno burocrazia per i medici di base
Tra i provvedimenti allo studio del ministero anche importanti novità in arrivo per i medici di base. «Il loro carico di adempimenti burocratici sarà diminuito. Senza questo fardello, avranno più tempo da dedicare ai loro pazienti». La norma che sarà pronta a breve «riguarderà anche il ruolo cruciale delle farmacie. Con i medici di medicina generale stiamo anche trovando delle formule grazie alle quali i medici più giovani, i neo assunti, possano collaborare con le case di comunità: sono fiducioso che si possano realizzare tutte quelle previste dal Pnrr, 1.350. Ma potremmo avere dei problemi legati ai fondi» conclude il ministro.