La denuncia di Stefano Berni direttore del Consorzio. I danni provocati al business del Grana Padano, il prodotto dop più consumato al mondo, tra falsi e imitazioni raggiungono un miliardo di euro.
È quanto ha denunciato Stefano Berni, direttore del Consorzio Grana Padano, nel rilevare che si tratta di una «vera beffa» considerando che il Consorzio effettua ogni anno 14mila controlli, con un investimento di 8 milioni di euro, per garantire l´eccellenza di 4,7 milioni di forme di formaggio prodotte nel 2012 che ha segnato un +7,5% di export sul 2011.
Il quadro emerge da una ricerca affidata all´Università Piemonte Orientale, che sarà illustrata tra un mese nella rassegna milanese Tuttofood, in materia di confondibilità e indistinzione dei prodotti similari. «Una confusione in forte e costante crescita», ha affermatoo Berni, anticipando la ricerca, «che penalizza in maniera pesante il made in Italy e le aziende che operano nel settore produttivo, senza che le istituzioni intervengano in maniera chiara e definitiva».
«I prodotti similari che provengono dai Paesi dell´Est, dove materie prime e la manodopera costano molto meno che in Italia», ha precisato Berni, «si presentano in tutto e per tutto come prodotti di casa nostra. La mancanza in etichetta della provenienza, la dicitura IT del bollo CE italiano che obbligatoriamente indica il luogo di confezionamento e i tanti nomi di fantasia italiani anche attraverso l´uso della scritta Gran confondono irrimediabilmente l´ignaro consumatore. E ovviamente arrecano danni enormi a tutto il sistema produttivo agroalimentare».
Il Giornale di Vicenza – 8 aprile 2013