Odontotecnico, ma non odontoiatra. Ovvero tecnico specializzato nella costruzione di protesi dentarie e non un vero dentista, cioè l´unico autorizzato – essendo medico – a inserire le mani nella bocca dei pazienti per interventi: dai più semplici come un´otturazione, a quelli più complessi.
Una differenza quasi impercettibile nelle parole ma che, invece, diventa fondamentale tra le due professioni quando si parla di diritto alla salute.
Per questo, la polizia locale del Consorzio Valle Agno in collaborazione con la guardia di finanza non ci ha pensato due volte a mettere i sigilli all´ambulatorio dentistico di contrada Nogara 14 a San Quirico gestito dal medico Enzo Lavanda, veronese di 55 anni. Stando al quadro accusatorio, Gino Busato, 83 anni, odontotecnico in pensione, avrebbe esercitato la funzione di dentista proprio nei locali ai quali sono stati apposti i sigilli e di cui lui è proprietario. Sia Busato che Lavanda sono stati denunciati: l´accusa per il primo è esercizio abusivo della professione, mentre quella per il medico è in concorso.
ACCERTAMENTI. Il mosaico accusatorio, coordinato dal pm Cristina Gava, è stato realizzato con tasselli costituiti dalle testimonianze di numerosi pazienti dello studio dentistico, che avrebbero attribuito a Busato l´attività di dentista sostenendo di essere stati «curati da tempo». I riscontri investigativi avrebbero poi portato a completare il quadro delle indagini, che si stanno dirigendo anche verso il settore fiscale.
ORDINE DEI MEDICI. Sulla questione è intervenuto Michele Valente, presidente dell´Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Vicenza. «Non è il primo caso che si verifica con confusione tra odontotecnico e odontoiatra – spiega Michele Valente – L´esercizio abusivo della professione è un reato previsto dal codice penale nei casi in cui si eserciti una professione a valenza giuridica senza averne i requisiti. Non possiamo rivalerci su odontotecnici abusivi, ma per quanto riguarda i medici è previsto un giudizio disciplinare da parte dell´Ordine e, qualora si presentino i presupposti, l´invio del fascicolo alla procura. A volte i pazienti, soprattutto in questi momenti di crisi, scelgono il prezzo migliore; invece, è indispensabile cercare la qualità del servizio sanitario».
CONSORZIO E ULSS. Il presidente del Consorzio di polizia Valle Agno non ha dubbi: «La sicurezza dei cittadini non va garantita solo in strada, ma anche in ambito sanitario». Mentre il direttore generale dell´Ulss 5, Renzo Alessi, conferma che «sono in atto controlli periodici sugli ambulatori».
Il Giornale di Vicenza – 5 settembre 2012