Alcuni casi di Dengue sono stati registrati in Italia. Una coppia è stata contagiata a Magione, in provincia di Perugia, dove è stata effettuata anche una disinfestazione straordinaria per “abbattere eventuali zanzare, unico potenziale vettore dell’infezione”, come ha sottolineato su Facebook il sindaco della città Giacomo Chiodini.
La vicenda
“Il contagio – spiega il primo cittadino – è avvenuto all’estero oltre 15 giorni fa. Lo stato di salute della coppia, residente in una zona molto remota del territorio è buono, anche se sono presenti sintomi e le analisi effettuate hanno individuato la presenza del Dengue virus”.
A essere a rischio, quindi, non sono più solo i Paesi del Sud America, travolti da una maxi-ondata di casi, ma anche luoghi mai colpiti prima a causa del climate change.
Le cause
“Il cambiamento climatico – spiega all’Adnkronos Salute Sara Epis, professore associato di parassitologia all’Università degli Studi di Milano – impatta sulla fisiologia, sul comportamento, sul ciclo vitale e quindi anche sulla distribuzione geografica delle diverse specie di zanzare. E questo è sicuramente uno dei fattori che sta influenzando tanto la diffusione di specie autoctone e di specie aliene come possono essere per esempio la Aedes canonicus o l’Aedes koreicus, che si sono adattate molto bene ai nostri climi”.
L’attenzione delle autorità sanitarie in queste settimane si è concentrata sul rischio Dengue. Anche per questa infezione, su alcune riviste scientifiche si è affrontato il tema del cambiamento del clima. Su “Bmj”, per esempio, un gruppo di ricercatori di recente ha correlato questo aspetto all’aumento esponenziale dei casi e della frequenza di epidemie in alcune aree del mondo “inedite” per il virus. Il timore espresso anche qui in Italia è che possa arrivare il vettore principale di Dengue, a dare man forte alla già presente zanzara tigre.
La dottoressa Epis rassicura sul fatto che al momento “non abbiamo segnalazioni della zanzara Aedes aegypti”, sebbene non si trovi poi così tanto lontano dal nostro Stato, visto che “alcuni Paesi che si affacciano sull’area del Mediterraneo” ne hanno già segnalato la presenza. Secondo l’esperta, la sua “insofferenza per le basse temperature” potrebbe far sì che “almeno il Nord Italia” non rientri nelle sue rotte privilegiate.
Nel resto del mondo
Ma il climate change non offre garanzie per il futuro. Intanto, mentre è alle prese con una maxi-ondata di casi di Dengue, in un 2024 segnato nelle Americhe da numeri tre volte più alti dello stesso periodo del 2023, l’Argentina si trova ad affrontare anche una carenza di repellenti antizanzare, cruciali per fare prevenzione contro l’infezione che ha come vettori proprio questi insetti.
È stato sviluppato un vaccino contro la Dengue, ma la sua diffusione è ancora nelle fasi iniziali e la maggior parte delle persone che vivono nelle aree più colpite dal virus deve fare affidamento su misure preventive come quella di proteggersi dalla puntura di zanzare. I residenti, secondo quanto riporta la Bbc online, riferiscono che è quasi impossibile acquistare un repellente. Molti supermercati e farmacie hanno esposto cartelli con la scritta “nessun repellente” e nei pochi posti dove è ancora disponibile, soprattutto online, i prezzi di rivendita sono astronomici. Il Governo ha attribuito il problema a un “collo di bottiglia” che verrà corretto nei prossimi giorni. Ma molti cittadini, soprattutto nella capitale Buenos Aires, hanno paura in un momento in cui centinaia di migliaia di argentini sono già stati contagiati.
Il Ministero della Sanità del Paese ha dichiarato sabato che l’Argentina ha segnalato finora 163.419 casi di febbre Dengue nel 2024 e che i decessi sono stati registrati in tutte le fasce d’età, con il tasso di mortalità più alto tra le persone di età superiore agli 80 anni. La carenza di repellenti è cominciata a marzo. Fonti di una delle aziende che producono repellenti nel Paese hanno detto alla BBC Mundo che la carenza era dovuta a un errore di previsione e che la produzione del prodotto ha richiesto mesi. Il Ministro della Sanità Mario Russo ha detto a Radio Continental che si tratta di un “problema tra domanda e offerta”.
Tutto ciò succede in un periodo in cui il virus ha circolato intensamente nel Sudamerica con dati record nei primi 3 mesi del 2024, secondo quanto comunicato dall’Organizzazione Panamericana della Sanità (Paho). I casi di Dengue nelle Americhe, riferisce l’agenzia, sono aumentati di tre volte rispetto allo stesso periodo del 2023. Brasile, Argentina e Paraguay sono stati i paesi più colpiti, in quella che i funzionari Paho hanno descritto come l’epidemia potenzialmente peggiore nelle Americhe fino ad oggi. Questi tre Paesi hanno rappresentato il 98% di tutti i casi e l’87% dei decessi dovuti al virus. Le autorità sanitarie regionali hanno registrato più di 3,5 milioni di casi e mille decessi. Secondo l’agenzia Onu il riscaldamento globale e El Nino stanno contribuendo alla peggiore stagione mai vista dal virus.