Ancora pallini di piombo nelle cartucce con cui un gruppo di cacciatori stava sparando, nei giorni scorsi, alle anatre nel Delta del Po.
A scoprire l’utilizzo delle vietatissime munizioni, insieme agli altrettanto proibiti richiami elettromagnetici, sono stati gli uomini del comando veneto della Forestale in un’importante operazione di controllo delle doppiette, diretta dal vice questore aggiunto Isidoro Furlan. All’arrivo delle due imbarcazioni dei militari, con personale specializzato, i cacciatori, appostati dentro le cosiddette botti, veri e propri bunker acquatici, attendevano il passaggio delle anatre per poter sparare. L’attività non è illegale, così come l’utilizzo degli “stampi”, le finte anatre che servono ad attirare i selvatici. Assolutamente vietati, invece, i richiami elettromagnetici e le cartucce di piombo. I cacciatori, potendo utilizzare veloci barchini a chiglia bassa molto utili durante la bassa marea, appena avvistati i Forestali, si sono dati alla fuga. Fuga tanto precipitosa da lasciare sul posto il richiamo elettromagnetico e i relativi strumenti. Cavo elettrico, tromba, batteria da 12 volt, 56 stampi, oltre a 16 cartucce calibro dodici, tra le quali quelle con i pallini di piombo. Sul posto sono rimasti anche gli uccelli uccisi: un germano reale, cinque alzavole e tre fischioni. Tutti cacciabili, ma probabilmente attirati dai richiami elettromagnetici.
I pallini di piombo accumulati sul fondo della laguna, sono stati la causa, anche nel recente passato, di morie di uccelli acquatici che li avevano ingeriti. Una di queste morie, causata dagli effetti tossici del metallo che provoca saturnismo, era avvenuta proprio a Porto Caleri, nel comune di Rosolina. L’Italia rischiò una procedura di infrazione dell’Unione europea e per questo, sebbene in ritardo rispetto alla specifica direttiva del 2000, aveva provveduto a vietare, solo in alcune aree umide, l’uso dei pallini di piombo. La laguna di Caleri è solo in parte compresa nel Delta del Po. Nelle aree esterne le cartucce di piombo non potrebbero essere utilizzate, ma evidentemente la tentazione di ricorrere agli economici pallini, è dura a morire. La Forestale comunque continuerà le operazioni di controllo in un’area ritenuta importantissima per la difesa della biodiversità.
gazzettino.it
28 novembre 2010