C’è un altro giorno da segnare con il circoletto rosso sul calendario del nuovo ospedale di Padova: lunedì 22 settembre 2014. Nel lungo e travagliato iter di realizzazione dell’opera, la data di ieri sarà ricordata come quella in cui la Regione ha deciso di dire addio definitivamente all’ipotesi di edificare la struttura nell’area di Padova Ovest, attraverso il project financing proposto dalla società «Finanza e Progetti» (composta dal colosso australiano dell’edilizia pubblica «Bovis Lend Lease» e dai finanzieri di «Palladio Finanziaria»).
La decisione è stata presa dal governatore leghista del Veneto Luca Zaia, che, preso atto dell’opposizione al progetto da parte del sindaco Massimo Bitonci (il quale è contrario alla sede di Padova Ovest e ritiene invece che sia meglio ricostruire l’attuale polo sanitario di via Giustiniani), ha firmato una delibera che sancisce la «dichiarazione di non pubblico interesse» del succitato project . Nella stessa delibera, Zaia in verità concede ulteriori quindici giorni al Comune per adempiere «agli obblighi assunti» dalla precedente amministrazione di centrosinistra su Padova Ovest, soprattutto in merito alla pianificazione urbanistica (quindi in sostanza per ripensarci); ma lo diffida, attraverso una lettera inviata dal segretario regionale alla Sanità Domenico Mantoan, in vista di possibili rivalse da parte di «Finanza e Progetti». «L’operazione Padova è kaputt – ha affermato ieri Zaia, a margine di un incontro a Conegliano -. Serve far pulizia su tutte le situazioni precedenti e, dunque, se Bitonci non comunica altre decisioni per noi la partita è tutta chiusa e si riparte da zero. L’ultima proposta che abbiamo fatto – ha chiuso il presidente – è quella di avere due ospedali su Padova: il vecchio messo a norma con mille posti letto e un nuovo policlinico universitario con altri mille posti».
Bitonci, che proprio oggi in giunta porterà il piano per il rifacimento del Giustinianeo (il progetto prenderà spunto da alcune esperienze internazionali, in particolare quella di Boston) ha accolto l’operazione di Palazzo Balbi con un duplice tono. Da una parte applaudendo alla decisione di cancellazione del project di Padova Ovest; d’altra parte respingendo l’imputazione di non aver ottemperato a presunti «obblighi vincolanti» presi dalla vecchia amministrazione. «La dichiarazione di non pubblico interesse della proposta di project per il nuovo ospedale di Padova rappresenta una vittoria di chi voleva chiarezza – ha scritto Bitonci –. È un bene per tutti i veneti e ringrazio Zaia perché ha voluto ‘fare pulizia con tutte le situazioni precedenti’, come lui stesso ha dichiarato. Gli obblighi vincolanti? Invito chi ha dubbi a richiedere, come farebbe un qualsiasi cittadino, un certificato di destinazione urbanistica del terreno in oggetto, a Padova Ovest – ha proseguito il sindaco -. Scoprirà che si tratta di area per impianti sportivi e di interesse territoriale. Nell’accordo di programma era prevista una valorizzazione dell’area in cui sorge l’attuale ospedale per 45 milioni di euro. Valorizzazione che avrebbe dovuto rendere conveniente il project, ma che risulta impossibile, alla luce dell’attuale crisi del settore immobiliare e delle reiterate promesse dei precedenti amministratori, che, al posto di policlinico e monoblocco, avrebbero voluto un parco».
Ma ora cosa succederà? Abbandonata definitivamente l’ipotesi Padova Ovest, la questione dovrà essere risolta in casa Lega: o fa un passo indietro Zaia, acconsentendo che si rifaccia l’attuale polo nell’attuale sede (cosa che però il governatore, basandosi sulle relazioni dei suoi tecnici, ha sempre rigettato); o fa un passo indietro Bitonci, accettando di realizzare il nuovo ospedale in un’area terza (magari portando all’interno del Giustinianeo il Sant’Antonio e lo Iov). Altrimenti Padova si terrà l’attuale, obsoleta, struttura. In serata è arrivato il commento del rettore del Bo Giuseppe Zaccaria: «La decisione presa era prevedibile e inevitabile alla luce delle premesse e del blocco irrevocabile relativo al sito di Padova Ovest arrivato dal Comune di Padova. Non vogliamo comunque pensare che lo stop ad una proposta relativa ad un’area all’interno del Comune di Padova finisca con il significare che nel futuro prossimo la nostra città e il nostro Ateneo non avranno un Policlinico universitario degno del prestigio della Scuola medica patavina».
Giovanni Viafora – Il Corriere del Veneto – 23 settembre 2014