C’è il parere favorevole del relatore alla delega Pa e del Governo a un emendamento della senatrice Patrizia Bisinella, riformulato nell’Aula del Senato, che prevede l’eventuale assorbimento della Forestale in «altra forza di polizia», al singolare e non più al plurale (la versione originale del testo parla di «altre forze di polizia»). L’obiettivo è escludere la dispersione del Corpo forestale in diverse forze: l’approdo dovrebbe essere quindi quello di farlo confluire tutto o nella Polizia o nei Carabinieri o nella Guardia di Finanza o nella Penitenziaria.
La proposta al voto la prossima settimana
Il Corpo forestale dovrebbe dunque mantenere la sua unitarietà, anche rispetto alle funzioni attribuite. La proposta ha avuto il via libera della commissione Bilancio di palazzo Madama ma verrà messa ai voti la prossima settimana, quando l’assemblea del Senato tornerà a occuparsi della riforma della Pubblica amministrazione. L’esame della delega era ripreso nel pomeriggio, dopo un rinvio proprio per l’attesa dei pareri della Bilancio sugli articoli che ancora devono essere votati. I lavori erano ripartiti proprio dall’articolo 7, in cui sono contenute le novità sull’accorpamento della Forestale, la piena attuazione dei poteri del premier, il documento unico per l’auto, il taglio delle prefetture e degli enti inutili o in deficit.
Cassato dalla Bilancio il “salvataggio” del Corpo forestale
La commissione Bilancio ha invece cassato i diversi emendamenti all’articolo 7 che puntavano a evitare del tutto l’accorpamento della Forestale in un altro corpo. M5S, Fi e Sel avevano chiesto di accantonare l’articolo per una maggiore riflessione, ma la richiesta era stata respinta.
Ok Senato a silenzio assenso nella Pa, tempo massimo 30 giorni
Da registrare ieri l’ok del Senato all’articolo 3 della delega Pa, ovvero alla regola del silenzio assenso tra amministrazioni pubbliche: nei casi in cui si deve acquisire un via libera da parte di un altro ente per un provvedimento normativo o un atto amministrativo c’è un tempo massimo di 30 giorni per dare una risposta. La mancata reazione equivale a un sì. Non solo. Si stabilisce anche che in caso di mancato accordo tra i soggetti coinvolti è il premier a decidere sulle modifiche da apportare, previa delibera del Cdm.
Sì ad elenco attività “libere”, stop burocrazia
Sì dell’Aula del Senato all’introduzione di una disciplina generale delle attività “libere”, o meglio non assoggettate ad autorizzazione preventiva espressa da parte dello Stato, della Regione o del Comune, con l’obiettivo di eliminare blocchi burocratici per cittadini ed imprese. La novità è contenuta nell’articolo 4 della delega di riforma della Pubblica Amministrazione. Via libera del Senato anche all’articolo cinque della delega, per cui la Pubblica Amministrazione può intervenire in autotutela, ovvero in difesa, annullando un provvedimento, ma deve rispettare dei tempi certi, per cui non si può andare oltre i 18 mesi.
Via libera a carta cittadinanza digitale
L’Aula del Senato, sempre ieri, ha approvato l’articolo 1 della delega Pa intitolato “carta della cittadinanza digitale”. Il testo delega il governo a «definire il livello minimo di qualità, fruibilità e tempestività dei servizi online» della Pa e, «a tal fine, prevedere speciali regimi sanzionatori e premiali per le amministrazioni». Prevista anche la garanzia sull’accesso a Internet negli uffici pubblici e la nuova figura del capo hi-tech, da individuare nell’ambito della dotazione organica già esistente.
Il Sole 24 Ore – 23 aprile 2015