Le Regioni chiedono al governo di escludere ipotesi di nuovi tagli al momento di definire la manovra per il prossimo anno. Nell’audizione di ieri sul Def, di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, una delegazione guidata dal Coordinatore della Commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni, Massimo Garavaglia (Assessore Regione Lombardia) e dalla Coordinatrice Vicaria, Alessandra Sartore (Assessore Regione Lazio), e ha visto la partecipazione dell’assessore della Regione Campania, Lidia D’Alessio, del Vice presidente della Regione Veneto, Gianluca Forcolin e dell’Assessore alle infrastrutture della stessa Regione, Elisa De Berti ha rappresentato ai parlamentari alcune indicazioni di fondo “che avremo poi modo di definire meglio e puntualizzare nel confronto previsto in occasione della prossima Conferenza delle Regioni”, ha dichiarato in premessa Garavaglia.
“Due i concetti che mi preme sottolineare: il primo è legato all’analisi della spesa pubblica. Il debito della pubblica amministrazione risulta quasi totalmente dovuto alle amministrazioni centrali. Non solo: come dimostrano i dati la spesa della p.a. centrale cresce, mentre quella delle Regioni è in costante flessione dal 2009 ad oggi, con un concorso positivo delle Regioni alla finanza pubblica – ha aggiunto Garavaglia – per più di 12 miliardi di contributo. C’è una componente strutturale del taglio già “assorbita” che nel 2018 sfiorerà i 9 miliardi, ma c’è un taglio di circa 2,7 miliardi ancora da coprire, più altri 2,7 a decorrere dal 2019.
Il secondo concetto è legato a quello che si può fare da subito per ridare energia alle economie dei territori.
L’idea che si sta facendo largo – e che vogliamo proporre alla Conferenza delle Regioni – è quella di definire un Patto Stato-Regioni per la crescita pluriennale all’interno delle linee definite dal DEF 2017, prima – ha aggiunto Garavaglia – dell’apertura della sessione di bilancio 2018, un accordo da coniugare in due ambiti.
Prima di tutto un Patto per lo sviluppo con un incremento degli investimenti attraverso: un contributo positivo alla crescita del Pil senza però incidere con aggravi sugli obiettivi di finanza pubblica definiti; investimenti del Fondo Sviluppo e coesione attraverso l’ottimizzazione utilizzo risorse; la Riforma della pubblica amministrazione e il recupero dell’evasione fiscale (Dm Iva). Poi – ha concluso Garavaglia – un Patto per le tutele per perseguire obiettivi condivisi e imprescindibili in materia di politiche sociali”.
In sostanza l’idea è che il fondo per la realizzazione degli investimenti sia spostato a livello locale per renderlo «più veloce». Infine, Garavaglia ha invitato i parlamentari a un approfondimento particolare sui tagli «alle politiche sociali e al trasporto pubblico locale: due comparti sensibili e difficili da gestire con questa ulteriore razionalizzazione».
19 aprile 2017
Post Views: 86