Prime indiscrezioni per l’aggiornamento del Documento di economia e finanza e dell’allegato Programma nazionale di riforma. Sono i sentieri sui quali dovrà muoversi la prossima manovra d’autunno. Tra le priorità cuneo fiscale e concorrenza. Il premier Letta: “Meno costi per imprese e lavoratori, più contratti a tempo indeterminato”. Poco spazio per altre spending review.
ROMA – Spostare il carico fiscale da “lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente”. Ancora: ridurre “il cuneo fiscale, rivedere l’ambito di applicazione delle esenzioni e aliquote ridotte dell’Iva e delle agevolazioni fiscali dirette”. Oltre ad adeguare il catasto ai valori di mercato. Queste alcune delle priorità delle riforme contenute nella bozza dell’aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza, e dell’allegato Programma nazionale di riforma, intitolato ‘Un’agenda per la crescita’. Sulla base di queste indicazioni, redatte dal dipartimento del Tesoro, dalla Ragioneria generale dello Stato e dal dipartimento delle Politiche europee, il governo dovrà impostare la prossima legge di stabilità, da presentare entro metà ottobre.
Il debito pubblico. Nel 2014 il debito si attesterà “secondo le previsioni al 132,2% del Pil”, prosegue il documento, nel quale si individua la riduzione “dell’elevatissimo rapporto debito/Pil” come uno degli obiettivi da perseguire “in via prioritaria”. Non è tuttavia l’unico ostacolo nella politica economica dell’Italia: pareggio di bilancio strutturale e pieno rispetto degli impegni europei, quindi disavanzo entro il 3%, sono infatti il “perimetro obbligatorio” per qualsiasi intervento futuro. Anche perché il Belpaese “non può permettersi di tornare indietro sulla procedura d’infrazione” dalla quale è uscita pochi mesi fa. La legge di stabilità
dovrà dunque mantenersi prudente: “saldi invariati”, raccomanda il testo, per qualsiasi intervento aggiuntivo “di sostegno all’economia”.
Le priorità da affrontare. Chiare, dunque, le urgenze sul tavolo per il governo: taglio del debito, alleggerimento del mercato del lavoro – come il premier Enrico Letta va ripetendo da giorni – sistema finanziario, riforme fiscali e concorrenza. Nella relazione si osserva anche che “tempi e intensità” della ripresa si misureranno in parte su un quadro di politica economia “stabile”, sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione (l’obiettivo è di “proseguire sul monitoraggio e imprimere un’ulteriore accelerazione”) e sulla capacità di attrarre investimenti. In questo senso, uno degli strumenti in mano all’esecutivo è il piano battezzato Destinazione Italia, mezzo per lanciare “politiche e riforme per migliorare l’ambiente imprenditoriale, aumentare l’attrattività del nostro Paese e valorizzare asset pubblici”.
Le parole del premier Letta. “Posso confermare che la legge di stabilità per il 2014 avrà come cuore l’intervento per ridurre le tasse sul lavoro e aumentare i soldi in busta paga”, ha detto anche oggi il presidente del Consiglio. Sul provvedimento economico ha aggiunto che “il messaggio centrale della legge di stabilità sarà la riduzione delle tasse sul lavoro” sia per le imprese che per i lavoratori e “il contratto a tempo indeterminato sarà l’intervento maggiore, con incentivi per l’assunzione di giovani”, perchè “il nostro Paese è morto su un eccesso di precarietà”. Non posso garantire, ha aggiunto il premier, che non si sarà l’aumento dell’Iva: “Ne parleremo – ha spiegato letta – è un tema molto complicato. Sicuramente faremo una riforma”, ha concluso letta sul punto, spiegando che ci sarà una rimodulazione delle aliquote. “In questi quattro mesi e mezzo – ha spiegato – sono stati mossi 10 miliardi per il triennio”.
Nella relazione si osserva anche che “tempi e intensità” della ripresa si misureranno in parte su un quadro di politica economia “stabile”, sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione (l’obiettivo è di “proseguire sul monitoraggio e imprimere un’ulteriore accelerazione”) e sulla capacità di attrarre investimenti. In questo senso, uno degli strumenti in mano all’esecutivo è il piano battezzato Destinazione Italia, mezzo per lanciare “politiche e riforme per migliorare l’ambiente imprenditoriale, aumentare l’attrattività del nostro Paese e valorizzare asset pubblici”.
Poco spazio per altri tagli alla spesa. Risultati dalla faticosa spending review, tuttavia, se ne cominciano a vedere. Anzi, sembra che il margine di manovra, sotto quel punto di vista, si sia ridotto: negli ultimi tre anni c’è infatti stata una “decisa contrazione” della spesa pubblica (quella primaria si è ridotta dell’1,8%), certificano i tecnici del ministero dell’Economia, ed è “indispensabile tenere conto che le possibilità di operare nuovi risparmi di spesa sono via via più limitate”.
La nuova service tax. Un passaggio è dedicato anche all’introduzione della nuova service tax che, si precisa, “manterrà la parte di imposizione sull’immobile e in più avrà una componente diretta a tassare i servizi indivisibili e la gestione dei rifiuti”. Il tutto nell’ottica di rivisitazione dell’Imu in chiave di “maggiore equità”.
Le legge elettorale. Spazio anche per temi più politici. Il documento invita infatti a superare “un sistema elettorale inefficace e non rappresentativo”, garantendo “maggiore governabilità”, dando la possibilità “agli elettori di scegliere i propri rappresentanti” arrivando a “maggioranze chiare e possibilmente ampie”. La bozza del Programma nazionale di riforma sottolinea anche che “spetta al Parlamento il compito di rispondere al Paese e alle istituzioni con una riforma che riporti i cittadini all’interno delle istituzioni”.
Repubblica – 17 settembre 2013