In Italia si spende troppo poco per la prevenzione: siamo lontani dal 5% auspicato più volte come obiettivo nei vari Piani sanitari nazionali.
Lo sottolinea la Siti (Società italiana di igiene medicina preventiva e sanità pubblica), che proprio per fare il punto della situazione sullo stato dell’arte della prevenzione in Italia, fotografandone le difficoltà ma anche buone pratiche ed aree di eccellenza, ha organizzato un Convegno di due giorni a Capri, insieme al Collegio degli Operatori e dal Dipartimento di Scienze Mediche Preventive dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
All’incontro saranno presentate e discusse le Linee Guida sul funzionamento dei Dipartimenti di Prevenzione, redatte dal Collegio degli Operatori della Siti con l’obiettivo di ribadire la necessità della valorizzazione, proprio in tempi di risorse limitate, di questi dipartimenti, unico e valido contrasto all’incremento della spesa per la cura della cronicità. “I Dipartimenti di Prevenzione devono sempre di più rivestire il ruolo di governo della organizzazione e valutazione delle strategie di prevenzione sull’ambiente e sull’individuo, diventando il punto di coordinamento culturale ed operativo degli attori coinvolti nella prevenzione nel mondo sanitario (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta ed altre figure sanitarie) e non (docenti, famiglie, assistenti sociali)”, si ricorda.Il loro totale smantellamento o anche il depotenziamento di alcune aree (come in Liguria), “avrebbe nel medio e lungo termine conseguenze catastrofiche sulle garanzie di salute della popolazione”, ha spiegato Maria Triassi, ordinario di Igiene e capo del Dipartimento di Scienze mediche preventive dell’Università di Napoli Federico II
“Nel nostro Paese si spende troppo poco per la prevenzione, infatti siamo lontani dal 5% auspicato più volte come obiettivo; in molte regioni italiane si destina alla prevenzione meno del 3%. Troppo spesso ‘prevenire è meglio di curare’ rimane uno slogan per vendere più dentifrici, mentre invece dovrebbe diventare l’obiettivo di un Servizio sanitario attento sia alla salute dei cittadini che ai bilanci delle stesse Regioni”, dice Michele Conversano, presidente eletto Siti. All’incontro sarà presentato il nuovo Piano nazionale vaccini, con le principali novità e criticità evidenziate dagli esperti, prima fra tutte l’eterogeneità tra le Regioni. E alcune esperienze regionali di attuazione del nuovo calendario vaccinale negli adulti e negli anziani, con un focus particolare su tre strategie vaccinali: contro lo pneumococco nell’adulto e nell’anziano; contro la pertosse a Napoli; per la prevenzione per l’Hpv.
Il Convegno si chiuderà con una tavola rotonda che vedrà protagoniste quattro società scientifiche (Siti, Fimp, Fimmg e Simet) a confrontarsi sulle strategie nazionali di prevenzione primaria, con l’obiettivo di costruire una strategia comune che veda le varie figure professionali non in contrapposizione ma fortemente unite nell’interesse della salute pubblica. Al termine verrà redatto un documento finale, per la valorizzazione della prevenzione nel medio e lungo termine a livello nazionale e regionale.
27 aprile 2012 (Adnkronos Salute)