Dodici vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione ad asili, materne e scuole dell’obbligo dei nati nel 2017. Una triangolazione serrata tra famiglie, presidi e asl, fatta di scadenze da rispettare, documenti da esibire, segnalazioni e sanzioni in vista. Ma, anche, la doppia ciambella di salvataggio dell’autocertificazione e di una fase transitoria che per il prossimo anno scolastico consentirà il rodaggio del sistema.
Il ripristino dell’obbligo vaccinale a scuola è cosa fatta: entra in vigore oggi il decreto legge n. 73, firmato ieri dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e subito pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Un testo che andrà convertito in legge entro domenica 6 agosto e la cui necessità e urgenza – ha spiegato ieri la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin – sarebbe motivata dal calo, al di sotto della soglia del 95% indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità, dei livelli di copertura per le principali malattie infettive. Con la profilassi per la varicella crollata al 46% di adesioni e un incremento dei casi di morbillo del 500% rispetto al 2016.
«Garantire sicurezza alla collettività e causare alle famiglie il minor disagio possibile: ecco il criterio che abbiamo seguito», ha spiegato Lorenzin. Con il nuovo Dl «Disposizioni urgenti in materia vaccinale» scatta dunque l’obbligo vaccinale per dodici profilassi, tutte gratuite: saranno requisito indispensabile per l’ammissione a nidi e materne – quindi per i bambini da zero a sei anni – e sono obbligatorie, pena sanzioni e segnalazioni, per i ragazzi fino ai 16 anni.
Ad anti-polio, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B (già obbligatorie), si sommano otto vaccini “fortemente raccomandati” nel calendario oggi in vigore. Sono quelli contro la pertosse, l’Haemophilus Influenzae b, il meningococco B, il meningococco-C, il morbillo, la rosolia, la parotite, la varicella. Ma l’obbligo si declina con modalità differenti, in base alla data di nascita: quelle 12 vaccinazioni andranno somministrate ai nati dal 2017, mentre per i nati dal 2001 al 2016 si dovrà tenere conto delle profilassi contenute nel calendario vaccinale in vigore nell’anno di nascita. Un esempio: i nati dal 2001 al 2004 faranno riferimento al Piano nazionale vaccini 1999-2000.
Al momento dell’iscrizione a scuola, i presidi devono richiedere alle famiglie la documentazione comprovante le vaccinazioni, ovvero l’omissione o il differimento del vaccino, o l’esonero per immunizzazione da malattia naturale, oppure la prenotazione dell’appuntamento presso la Asl. La vaccinazione può anche essere autocertificata e in questo caso la famiglia avrà tempo sino al 10 luglio di ogni anno per esibire il libretto vaccinale. Entro i 10 giorni successivi alla deadline, i dirigenti scolastici dovranno segnalare la mancata presentazione della documentazione alla Asl. Che qui entra in gioco: contatterà i genitori per un appuntamento e un colloquio. Solo se la famiglia diserta questa “chiamata” o se in seguito al colloquio persevera nel non far vaccinare il bambino, scatta la contestazione formale dell’inadempimento da parte dell’Asl.
L’importo delle multe previste, tra 500 e 7.500 euro, dipenderà dalla gravità dell’inadempimento, ad esempio dal numero delle vaccinazioni omesse; la sanzione decade se il genitore si adegua alla richiesta dell’Asl. L’inadempimento comporta anhe la segnalazione, sempre a cura della Asl, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni.
La fase transitoria copre l’ anno scolastico 2017/2018: entro il 10 settembre i genitori dovranno presentare alla scuola la documentazione o la prenotazione dell’appuntamento con l’Asl. O anche un’autocertificazione: e in questo caso entro il 10 marzo prossimo, andrà provata l’avvenuta vaccinazione.
I dettagli sull’attuazione del decreto sono affidati a una circolare applicativa, in arrivo nei prossimi giorni e su cui le Regioni – confortate dalla fase transitoria ma alle prese con la riorganizzazione dei servizi vaccinali – chiedono di aver voce in capitolo. Il coordinatore degli assessori, Antonio Saitta, lancia una prima proposta: un unico modulo per l’iscrizione a scuola e la prenotazione della vaccinazione.
Barbara Gobbi – Il Sole 24 Ore – 8 giugno 2017