Con 504 voti l’Aula di Montecitorio dà il via libera al decreto disposizioni urgenti in materia sanitaria che disciplina il superamento degli Opg e sottopone il metodo Stamina a sperimentazione in deroga alla normativa vigente. Il testo, modificato, torna adesso al Senato che dovrà approvarlo definitivamente entro il 25 maggio.
L’Aula della Camera con voto quasi unanime, 504 sì, su 509 presenti, ha dato il via libera in seconda lettura al disegno di legge di conversione del decreto Balduzzi che reca disposizioni urgenti in materia sanitaria. Tutti i gruppi parlamentari si sono detti d’accordo nella chiusura degli Opg, articolo 1 del decreto, e si sono detti d’accordo nel sottoporre il metodo Stamina a sperimentazione, articolo 2, seppur in deroga alla normativa vigente per far presto e per dare le risposte urgenti a quei pazienti che sono attualmente in cura.
In più il Ministero ha stanziato tre milioni per la sperimentazione che durerà 18 mesi a partire dal primo luglio.
Sicurezza, trasparenza ed umanità verso i malati e verso le famiglie. Queste i punti che hanno ispirato il lavoro della Camera. Adesso, questo è l’invito di tutti i deputati che sono intervenuti per le dichiaraizoni di voto, Vannoni, presidente di Stamina Foundation, faccia la sua parte e accetti, per il bene di quei malati che dice di voler curare, l’invito della politica a sottoporre il suo metodo alla sperimentazione e al monitoraggio.
Quattro gli emendamenti varati, anche se la modifica più rilevante è quella approvata all’unanimità dalla commissione Affari sociali la scorsa settimana, in cui si prevede una sperimentazione di 18 mesi del metodo Stamina condotta dal ministero della Salute con l’Aifa e l’Istituto superiore di sanità nei laboratori farmaceutici Gmp (Good manifacturing practice). Un vincolo che Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, non gradisce, facendo dubitare dell’effettivo avvio della sperimentazione.
«Non siamo stati sordi alle sollecitazione delle famiglie», ha detto in Aula il presidente dei deputati Pdl, Raffaele Calabrò. «Chiediamo solo una
sperimentazione in modo corretto e vigilato per tutelare i pazienti di oggi e di domani. Vogliamo verità, non alimentare illusioni, come già è successo con la cura Di Bella».
Silvia Giordano del M5S si è rivolta a Vannoni: «Noi abbiamo fatto ciò che potevamo, ora tocca a lei. Se crede davvero che suo metodo funzioni lo dimostri, si sottoponga alla sperimentazione. Noi non abbiamo fatto altro che darle questa possibilità, non ci deluda».
Per Donata Lenzi, capogruppo del Pd, si è trovato «un punto di equilibrio» con la volontà di «provare nel concreto la tenuta del metodo che si dice di avere trovato».
Da domani il decreto sarà all’attenzione del Senato che dovrà convertirlo definitivamente in legge entro il 25 maggio.
Quotidiano sanità – 20 maggio 2013