E ora tocca all’applicazione delle nuove nome. Con tanti adempimenti – tra scadenze indicate e provvedimenti di attuazione da emanare sono oltre sessanta – e tante promesse da mantenere, dalle cure h24 sul territorio che porterà presto i Mmg di nuovo al tavolo della trattativa all’intramoenia trasparente con incassi sicuramente tracciabili e nessuna interferenza con l’attività istituzionale, che costringerà i medici del Ssn a riorganizzare i loro studi e le Regioni a mettere mano alle infrastrutture per creare la rete”. Leggi il cronogramma del decreto con tutte le misure
Tutto si dovrà fare in poco più di 24 mesi (entro fine 2014, a parte la “coda” della verifica degli studi in rete per l’intramoenia a gennaio 2015). E porte aperte anche a eventuali ritocchi e integrazioni al decreto: ci si penserà nel Ddl sulle sperimentazioni (l’ex omnibus di Fazio) che al Senato intanto sta per ottenere la deliberante e per il quale già si annunciano modifiche sostanziali. Al capitolo risorse invece il Ddl di stabilità 2013 è ancora col fiato sospeso, dopo le richieste messe nem su bianco dalla Affari sociali della Camera: tutto dipende da cosa si deciderà sul capitolo fiscale della legge.
Parte lo corsa all’applicazione delle norme quasi tutte da realizzare entro il 2014.
Con tanti adempimenti (le scadenze fissate con data precisa sono oltre trenta, ma altrettante sono quelle per cui si devono attendere provvedimenti applicativi) e tante promesse da mantenere, dalle cure h24 sul territorio all’intramoenia trasparente con incassi sicuramente tracciabili e nessuna interferenza (e quindi rallentamento) con l’attività istituzionale. Tutto si dovrà fare in poco più di 24 mesi (entro fine 2014, a parte la “coda” della verifica degli studi in rete per l’intramoenia a gennaio 2015). E con la spada di Damocle di risorse che si riducono sempre di più. Alcuni aspetti dovranno superare anche vecchi scogli come le nomine di primari e manager meno lottizzate. La promessa è poi di minore burocrazia nell’accesso ai farmaci e nelle sperimentazioni e più tutele per gli operatori contro il rischio clinico.
Ma anche la sicurezza alimentare, la stretta su alcol e tabacco per i minorenni, la tutela delle ludopatie col freno a slot e scommesse che poi significano meno affari (e meno incassi) anche per lo Stato. Una fiducia guadagnata con non pochi momenti di tensione. Da quelli con i senatori della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama che non hanno praticamente nemmeno sfiorato il provvedimento ai sindacati medici, ricevuti lo stesso giorno del voto al Senato dal ministro Balduzzi dopo la manifestazione a Roma del 27 ottobre. Tensione che si è manifestata al momento del voto: 181 sì, 43 no, 23 astenuti, 68 assenti. Significa che anche a causa del passaggio velocissimo al Senato, non sono mancati i mal di pancia nella maggioranza che sostiene il Governo. Soprattutto in casa Pdl, dove una fronda di senatori guidati da Raffaele Calabrò ha votato contro, ma anche nel Pd a cominciare dal passo indietro di Ignazio Marino che non crede in una «riforma a costo zero» delle cure sul territorio. Contrarie le Regioni, unici soddisfatti sembrano essere i medici di famiglia della Fummg.
Il recupero il Governo conta di farlo al Senato, con il prossimo avvio in sede deliberante del Ddl sulle sperimentazioni cliniche dove si spera di recuperare alcune parti cassate dal decreto (a cominciare da quello sull’obbligo assicurativo per Asl e ospedali, che però l’Economia ha bocciato), ma con capitoli ad alta tensione come gli ordini e il fondo per la non autosufficienza, ma anche le cure palliative. «Ci attendiamo risposte sicure dal Governo», hanno dichiarato Antonio Tomassini (Pdl), presidente della commissione Igiene e Sanità, e la capogruppo del Pd, Fiorenza Bassoli. Un’operazione di recupero attesa anche dai medici. Nell’incontro della scorsa settimana il ministro ha discusso con le organizzazioni sindacali del nuovo strumento innovativo, dentro cui confluiranno anche alcune proposte dei sindacati. A esempio sulla responsabilità professionale e l’obbligo per le strutture sanitarie di assicurarsi, ma anche sull’approfondimento dei rapporti tra Sanità e università. Balduzzi ha poi tranquillizzato i medici rispetto a un inserimento dell’ultim’ora nel decreto, quello del richiamo alla riforma Brunetta per le valutazioni di primari e Dg. I medici non si devono preoccupare, ha detto: l’aggancio alla legge è d’obbligo, ma ciò che ha valore è il meccanismo descritto nel testo del decretone. «Dobbiamo evitare la concertazione fine a se stessa, che serve per non fare – ha aggiunto Balduzzi – ma anche l’assenza di interlocuzione, che rende la decisione priva del sostegno. Ecco perché questo appuntamento non resterà isolato».
II ministro si è impegnato con i medici anche per il ripristino del fondo sulla non autosufficienza e ha mostrato interesse sul tema del precariato. Balduzzi ha anche confermato la volontà di battersi per mitigare i tagli al settore ricordando di essere già riuscito a ridurre gli effetti della legge di stabilità che, per ora, procede in commissione Bilancio alla Camera (si veda articolo in questa pagina) senza novità sui tagli da 1,6 miliardi per il settore sanitario, nonostante gli altolà (e gli emendamenti) della commissione Affari sociali sui rischi di tenuta per il sistema sanitario giudicato pesantemente “definanziato” e per il welfare “dimenticato”.
Il Sole 24 Ore Sanità – 6 novembre 2012