L’IMPIGNORABILITÀ I fondi salvati dalle decisioni dei giudici, e solo quelli, dovranno subito esser spesi per garantire l’assistenza sanitaria
Stop ai tempi biblici di pagamento dei fornitori del servizio sanitario nazionale che superano in alcune aziende (tutte del Sud) anche i 3,5 anni. E stop a debiti verso le imprese che ormai si aggirano sui 6 miliardi. Per cancellare i debiti del Ssn verso i creditori e garantire tempi di pagamento certi in regola con le indicazioni dell’Ue – che per la sanità sono di 60 giorni – il Governo mette in campo risorse fresche come per tutta la pubblica amministrazione, ma soprattutto, in cambio, prevede diffide e commissariamenti per gli inadempienti. E questo dovrà valere anche per le regioni a statuto speciale.
Il disegno di legge appena approvato dal Consiglio dei ministri riapre anche la partita dell’impignorabilità delle risorse delle Regioni in rosso per tutelare i livelli essenziali di assistenza, purché i fondi “salvati” dalle decisioni dei giudici, e solo quelli, siano immediatamente spesi per garantire l’assistenza sanitaria.
Per garantire «l’integrale copertura finanziaria» degli squilibri di cassa le disposizioni prevedono varie situazioni. Se ad esempio la Regione che «ha operato distrazioni di cassa» ma non ha chiesto le anticipazioni di liquidità per recuperare lo squilibrio, avrà l’obbligo di chiederle, nella misura necessaria a coprire le risorse mancanti. Se non lo farà sarà «diffidata a trasferire risorse alle aziende sanitarie» e si attiverà il commissariamento.
C’è anche il caso di chi, pur avendo chiesto le anticipazioni, ha fatto investimenti utilizzando la parte corrente del fondo sanitario, squilibrando ancora una volta i bilanci. In questo caso o dimostrerà condizioni economico finanziarie tali da garantire il rispetto dei tempi di pagamento oppure ancora una volta scatteranno diffide e commissariamenti.
Le procedure questa volta varranno anche per le «autonomie speciali», chiarisce il Ddl. Che dovranno fornire i dati per la verifica sui tempi di pagamento in base ai quali, se dovessero emergere criticità, saranno tenute come le altre Regioni ad accedere alle anticipazioni, diffida e commissariamento eventuale compresi per gli inadempienti.
Torna poi in campo il blocco dei pignoramenti dei fondi delle Regioni in rosso per garantire in queste l’erogazione dell’assistenza sanitaria. Ma per rispettare le sentenze della Consulta che hanno già dichiarato incostituzionale il meccanismo se l’amministrazione dell’azienda sanitaria non quantifica ogni tre mesi preventivamente gli importi necessari ai pagamenti da “bloccare”, il Ddl prevede l’obbligo per il tesoriere, al momento dell’adozione della delibera di impignorabilità, di «rendere immediatamente disponibili» le somme relative per le aziende sanitarie per «la tutela dei livelli essenziali di assistenza». Tutela per le imprese sì, quindi, ma anche per la salute dei cittadini.
Il Sole 24 Ore – 14 marzo 2014