Una riforma complessiva di Ordini e professioni sanitarie, con un focus su deontologia e trasparenza; l’istituzione delle nuove professioni di Osteopata e chiropratico; il passaggio a professioni sanitarie di biologi e psicologi; l’istituzione dell’albo dei fisici nell’ordine dei chimici e il passaggio di queste quattro professioni sotto la vigilanza del Ministero della Salute. Ma anche un approccio più attento alla medicina di genere nelle sperimentazioni cliniche e semplificazioni. E un nuovo percorso professionalizzante all’interno del Ssn per i medici specializzandi, da definire con un accordo Stato-Regioni. Sono queste le principali novità del disegno di legge «Norme varie in materia sanitaria», approvato dalla Commissione igiene e sanità del Senato. Un Ddl d’iniziativa governativa presentato dalla ministra Lorenzin unificando nel testo approvato parte larga di analoghi provvedimenti presentati da quasi tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione. La bozza del testo. Il comunicato del Ministero
Il provvedimento presentato dal ministro Beatrice Lorenzin era in commissione da più di due anni ed è stato finalmente licenziato ieri con molti emendamenti e lo stralcio di diversi articoli. Tra le norme rimaste quelle sul parto indolore e l’inasprimento delle pene contro chi commette violenze in ambito sanitario. Rivista la disciplina ordinistica complessiva delle professioni sanitarie. E tra queste entrano a pineo titolo Osteopati e chiropratici.
“E’ terminato, con il voto unanime, l’esame in Commissione Sanità del Senato del Ddl Lorenzin che contiene elementi di riforma della sperimentazione clinica, misure sul parto e, in particolare, sul parto indolore, l’inasprimento delle sanzioni contro le violenze in istituti di cura, la riforma degli ordini professionali e il riconoscimento di nuove professioni. Nel manifestare la mia piena soddisfazione, ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per il buon esito dei lavori e in particolate il sottosegretario Vito De Filippo per il suo contributo in alcuni momenti decisivo”. Ad annunciarlo è Emilia Grazia De Biasi (Pd), Presidente della Commissione sanità del Senato e relatrice del testo.
“Ora ci auguriamo che il ddl approdi in aula in tempi rapidi e spero che con questo provvedimento si ponga fine a polemiche fuori dal tempo e si proceda al riconoscimento di tutte le professioni sanitarie nel rispetto delle regole europee che devono valere per tutti – conclude De Biasi -. L’obiettivo che deve accumunarci è la sempre maggiore qualità del Servizio sanitario nazionale sempre più all’altezza dei bisogni dell’oggi”.
«Si tratta di misure attese da tempo dai cittadini – dichiara la ministra della salute Beatrice Lorenzin – e da tutti gli operatori del mondo sanitario. Per questo sono particolarmente felice dell’approvazione, dopo un lungo iter che ha garantito il necessario dibattito parlamentare e gli approfondimenti, presso la 12 ° Commissione Senato – del disegno di legge che porta il mio nome. Ringrazio tutti i componenti della Commissione Igiene e Sanità del Senato per il lavoro svolto e in particolare la presidente De Biasi, che ha svolto il ruolo di relatore del ddl; e auspico che il provvedimento possa essere esaminato ed approvato, in tempi brevi, dall’Aula».
Tra i principali contenuti del disegno di legge: razionalizzare e semplificare le procedure amministrative in tema di sperimentazione dei medicinali ad uso umano; prevedere che, in occasione dell’aggiornamento del DpcmLea (ormai giunto alla conclusione del proprio iter), siano inserite le procedure di controllo del dolore nella fase travaglio-parto, ricorrendo, previo consenso informato e fatta salva la libertà di scelta delle partorienti, alle tecniche di anestesia locoregionale; riordinare il complesso settore degli Ordini delle professioni sanitarie, con specifico riferimento all’ordinamento delle professioni di biologo e di psicologo; inasprire le sanzioni penali per chi compie reati ai danni delle persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture socio sanitarie residenziali o semi- residenziali; prevedere specifiche disposizioni in materia di formazione medica specialistica, puntando anche a nuove modalità, da definire con Accordo Stato-Regioni, volte ad inserire i medici in formazione specialistica all’interno delle aziende del Ssn; prevedere che il conseguimento di più lauree o diplomi dia diritto all’esercizio cumulativo delle corrispondenti professioni o arti sanitarie presso le farmacie, ad eccezione dei professionisti abilitati alla prescrizione dei medicinali (in sintesi non è consentito ai medici l’esercizio della professione di farmacista).
«È un provvedimento atteso da decenni – afferma il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo che sta seguendo per il Governo Renzi l’iter parlamentare del provvedimento – che affronta questioni rilevanti dell’assetto sanitario offrendo risposte puntuali e largamente condivise. Ringrazio la relatrice del provvedimento, la senatrice Emilia De Biasi, presidente della stessa Commissione, per l’ottimo e appassionato lavoro svolto e i senatori della Commissione i quali hanno votato il testo all’unanimità dei presenti».
COSA CAMBIA PER GLI ORDINI E LE PROFESSIONI
Il provvedimento affronta il tema degli ordini e professioni sanitarie, oltre un milione di professionisti, avviando una riforma organica con un intervento diretto di riordino per il riassetto della normativa vigente risalente alla legge istitutiva degli ordini (dlgs 233/46) e rendendo «il sistema più aderente alle attuali esigenze odierne in particolare per quanto attiene all’interesse dei cittadini utenti».
Un «ammodernamento» della disciplina ordinistica delle professioni sanitarie alla luce dell’evoluzione della normativa Ue (direttiva 2005/36/CE, recepita con il dlgs 206/07 e proposte di modifica), che mette in campo un sistema di allerta per comportamenti non coerenti con la deontologia professionale. «Si tratta di professioni che per la loro specificità rispetto ad altri ordinamenti professionali, garantendo un bene/diritto costituzionalmente garantito quale la salute – spiega il ministero – necessitano del mantenimento del ruolo di garanzia della qualità del livello di professionalità».
La proposta di legge non propone l’istituzione di nuovi enti pubblici ma introduce un restyling ad hoc degli ordini: a) adegua la normativa di riferimento agli ordini vigilati dal ministero della Salute in riferimento al loro funzionamento interno; b) muta la denominazione di collegio in ordine per effetto del mutato quadro ordinamentale e formativo.
Sanita24 e Quotidiano sanità – 27 aprile 2016