L’attesa replica della relatrice del Pdl al provvedimento “omnibus” del ministro della Salute, ha confermato gran parte delle divergenze tra Lega e Pdl.
In particolare l’on. De Nichilo Rizzoli ha ribadito il sì alle norme per eliminare l’escluvità per i direttori scientifci dell’Irccs, per il finanziamento di 45 milioni allo Spallanzani di Roma e sulle nuove farmacie dei servizi che avevano sollevato forti perplessità da parte del Carroccio. Il 30 giugno il termine per la presentazione degli emendamenti.
Procede in commissione Affari sociali della Camera l’iter del provvedimento “Delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria”, fascicolato come Atto Camera 4274 Governo.
Al momento si è conclusa la prima tranche dell’esame ovvero quella relativa all’illustrazione del testo da parte del relatore Melania De Nichilo Rizzoli del Pdl, a cui hanno fatto seguito gli interventi degli esponenti di maggioranza e di opposizione e per finire la contro-replica della relatrice. Ora ci sarà una breve pausa nel passaggio in commissione in quanto è stato deciso che entro il 30 giugno devono essere presentati gli emendamenti al testo.
Come abbiamo già scritto nel riportare la cronaca parlamentare spicca il no delle opposizioni e della Lega all’eliminazione dell’obbligo dell’incompatibilità per i direttori scientifici Irccs insieme a diverse perplessità sulle nuove farmacie dei servizi, anche queste condivise da opposizione e Lega.
E proprio alla Lega, nella persona dell’on. Laura Molteni in particolare, è sembrato rivolgersi nella sua replica la relatrice pidiellina, con risposte “cordiali” ma ferme ad esempio sullo Spallanzani per cui “il finanziamento già previsto deve essere confermato nella misura richiesta”, o sulla sicurezza delle cure “la disciplina dell’intera materia è rimessa alle iniziative parlamentari attualmente all’esame del Senato”.
La Molteni alla fine della contro-replica ha comunque invitato il governo a “tener conto di quanto segnalato, a nome del suo gruppo, nel corso dell’esame preliminare”.
Ecco una sintesi della seduta.
Direttori scientifici degli Irccs
Nel rispondere alla Molteni la relatrice, in via preliminare, ha fatto notare come il provvedimento è “garantista nei confronti dell’autonomia regionale”. Successivamente in merito al “no” secco della Lega alla possibilità prevista dal ddl di rapporti non esclusivi per i direttori scientifici degli Irccs
la Rizzoli ha risposto che “In relazione al comma 3 dell’articolo 3, ribadisce la necessità di attenuare l’attuale regime di esclusività previsto per i direttori scientifici degli Irccs pubblici, al fine di favorire una migliore collaborazione e conseguente integrazione con soggetti esterni appartenenti al mondo della ricerca. In considerazione della diversa disciplina attualmente in vigore, il direttore scientifico di un Irccs privato può essere responsabile, e in molti casi lo è, o di un reparto o di un laboratorio di ricerca. Al contrario, stante l’attuale limitazione, il direttore scientifico di un Irccs pubblico non può essere responsabile di un reparto di assistenza né di un laboratorio di ricerca. È evidente che, mentre nel primo caso gli aspiranti candidati sono nel pieno della loro attività professionale, per converso non suscita il medesimo interesse l’incarico di direzione scientifica di una struttura pubblica atteso che, per ricoprire quest’ultimo incarico, il professionista è costretto ad abbandonare, per tre o cinque anni, la propria professione. Pertanto, tale prestigioso incarico, con le attuali limitazioni, rischia di perdere la sua naturale attrattiva nei confronti dei ricercatori più promettenti in campo scientifico-sanitario, rimanendo di interesse solo per coloro che si avviano a concludere la loro carriera professionale. La norma intende, quindi, rilanciare il ruolo del direttore scientifico pubblico, comunque privo di competenze gestionali e organizzatorie rispetto a quelle del direttore generale e del direttore amministrativo, che deve essere un’attrattiva verso l’istituzione, non intesa come fonte di facili guadagni per il professionista”.?
Comunque ha proseguito la Rizzoli “al fine di disciplinare la scelta della non esclusività, sarà prevista una bozza di contratto da condividere in sede di Conferenza Stato-regioni, la quale dovrà individuare in modo specifico le attività che, pur collegate all’incarico ricoperto, il direttore scientifico potrà svolgere al di fuori dell’ente di appartenenza”.?
Spallanzani
La Molteni ha espresso forti perplessità nei confronti della norma che destina una quota di 45 milioni di euro allo Spallanzani di Roma, per il completamento del progetto, intrapreso nel 2003, di potenziamento delle strutture ricettive e assistenziali finalizzate all’isolamento delle malattie infettive e alla gestione delle situazioni di emergenza biologica a livello nazionale. Su questo la Rizzoli ha risposto “la quota di 45 milioni di euro, per il completamento dell’unità ad alto isolamento, è strettamente connessa alle finalità insite nella completa realizzazione del progetto per le malattie infettive e bioterrorismo, che, per motivi economici, non è stato ancora portato a compimento e comunque, considerata la rilevanza sociale e scientifica, deve essere senza alcun dubbio perseguito fino alla completa definizione, in quanto l’istituto costituisce il centro di riferimento nazionale in materia”. Inoltre sono state investite ingenti somme per la costruzione della struttura, già collaudata e consegnata e, infine, che “l’OMS ha individuato in essa uno dei poli più qualificati della rete mondiale”.
Per cui, è la conclusione della relatrice su questo punto, “il finanziamento già previsto deve essere confermato nella misura richiesta”.
Sicurezza delle cure
Sull’articolo 7 (sicurezza delle cure) la Molteni, preferirebbe trattare la materia in modo più completo all’interno di un Ddl specifico sul governo clinico. E anche qui si segna il disaccordo tra la rappresentante del Carroccio e la relatrice “in quanto – riferisce la Rizzoli – la disciplina più organica dell’intera materia è rimessa alle iniziative parlamentari attualmente all’esame del Senato”.
Farmacie dei servizi
Allo scetticismo della Molteni sulle nuove norme sull’incompatibilità necessarie per consentire la presenza di operatori sanitari non farmacisti all’interno della farmacia, norme che la Lega giudica insufficienti ad evitare situazioni di conflitto d’interessi a danno del Ssn, la Rizzoli ha risposto sostenendo come l’art 11 “sia in linea con la possibilità che oggi ha il farmacista di fornire consigli per l’automedicazione. Inoltre, la proposta di norma permetterebbe di offrire al cittadino una pluralità di servizi in un unico presidio sanitario diffusamente presente sul territorio”.
Fascicolo sanitario elettronico
Per quanto concerne i chiarimenti richiesti dalla Molteni sull’articolo 12, ritenuto carente “sotto alcuni profili di disciplina del fascicolo sanitario elettronico”, la Rizzoli ha precisato “che il fascicolo è alimentato in maniera continuativa dai soggetti che prendono in cura l’assistito nell’ambito del Ssn e dei servizi socio-sanitari regionali. Tra tali soggetti rientrano, quindi, anche le strutture private accreditate, in quanto enti che erogano prestazioni sanitarie per conto del Ssn”. Relativamente poi agli oneri “la loro regolamentazione – ha aggiunto la relatrice – rientra nell’autonomia organizzativa regionale, atteso che il fascicolo sanitario elettronico è istituito dalle regioni e dalle province autonome”.
Infine per quanto concerne i costi di attivazione del fascicolo “la previsione contenuta nel comma 8, in base alla quale dall’attuazione delle disposizioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, scaturisce dalla constatazione che allo stato attuale soluzioni di fascicolo sanitario elettronico sono già state realizzate o sono in fase di realizzazione in gran parte delle regioni e province autonome, anche grazie a progetti finanziati e coordinati a livello nazionale, interregionale ed europeo. Le infrastrutture sono in larga parte già disponibili nell’ambito del sistema pubblico di connettività e, con l’articolo in esame, si consente, anche attraverso l’utilizzazione di tali infrastrutture e, quindi, senza necessità di ulteriori investimenti, di utilizzare i dati disponibili nel fascicolo, oltre che per le finalità di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione – ad oggi le uniche ad essere consentite in base alla normativa vigente – anche per scopi di studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico, nonché di impiegare tali informazioni per le finalità di programmazione, gestione, controllo e valutazione dell’assistenza sanitaria, ad oggi non consentite né alle regioni né al Ministero della salute”.
Quotidianosanita.it – 21 giugno 2011