Il neoeletto senatore a vita, Mario Monti, sarà presente in aula a Palazzo Madama per la discussione e il voto sulle misure per la crescita chieste all’Italia dall’Europa
Atto conclusivo del governo Berlusconi. Il senatore, secondo la prassi del Senato, potrà fare il suo ingresso in aula dopo che la Presidenza avrà comunicato all’assemblea la nomina. Nei prossimi mesi, come atto formale, la Giunta per le elezioni di Palazzo Madama ratificherà la qualifica e i poteri di senatori per l’ex commissario europeo alla Concorrenza.
Mario Monti è salito al Quirinale nel tardo pomeriggio per incontrare il capo dello Stato Giorgio Napolitano, una visita di prassi per i nuovi senatori a vita. Monti è rientrato in Italia da Berlino, dove ieri, a margine di un convegno, aveva parlato dello stato di salute dell’Italia.
Le richieste dell’Europa e della comunità internazionale all’Italia, in termini di risanamento dei conti e di stimolo allo sviluppo, sono «quello che dovrebbe essere chiesto a ogni Paese, per una maggiore crescita», che deve avvenire non «da ulteriori prestiti, ma attraverso la rimozione degli ostacoli alla crescita stessa», ha detto Mario Monti. Secondo quanto riporta il Financial Times, l’ex commissario Ue ha ammesso che l’Italia ha «un lavoro enorme da fare». Richieste, quelle che arrivano a Roma e su cio che «deve essere fatto», su cui Monti asserisce non possano esserci «molte divergenze intellettuali».
«La crescita – ha detto Monti – richiede riforme strutturali», che tolgano «ogni privilegio» alle categorie sociali che ne hanno, cancellando il problema italiano di chi «protegge la propria circoscrizione elettorale». Sull’euro Monti ha affermato che l’Italia è ancora in ampio credito, grazie «ai benefici che ha dalla appartenenza». Benefici che costituiranno «un patrimonio nel tempo». «Se l’Italia non avesse fatto parte dell’euro – ha detto – ci sarebbe più l’inflazione, politiche meno disciplinate e meno rispetto per le generazioni future».
«L’Italia – ha proseguito Monti – è al centro dell’Europa. Politicamente e storicamente, l’Italia non può ignorare le sue responsabilità in quanto stato membro fondatore» dell’Ue.
«Mi piacerebbe vedere un maggiore rispetto per la Germania di oggi», ha detto ancora, nel senso di rispetto per l’essere «più rigorosi, più costanti nel tempo, meno a breve termine e più pazienti». E Roma deve fare ogni sforzo per essere più coinvolta nella partnership franco-tedesca: «sarebbe nel comune interesse».
Modifiche alla normativa sui licenziamenti solo dopo il confronto con le parti sociali
«Negli emendamenti presentati dal Governo non sono previste modifiche agli articoli 8 e 18 dello Statuto dei lavoratori. L’Esecutivo intende infatti affrontare tale materia attraverso un confronto preventivo con le parti sociali, prima di procedere all’elaborazione di interventi di riforma». Lo ha puntualizzato ieri il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel corso della riunione della commissione Bilancio del Senato sul ddl stabilità, secondo quanto riportato dal resoconto della seduta. Ieri, mentre era in corso la riunione, era stato il senatore dell’Idv, Elio Lannutti, al contrario, a riferire che il ministro aveva annunciato che nel maxiemendamento del Governi erano previste modifiche all’articolo 18 e 8 dello Statuto dei lavoratori, in materia di licenziamenti. Successivamente Tremonti, con ogni probabilità dopo la diffusione della notizia da parte delle agenzie di stampa, é tornato sull’argomento con una nota ministeriale per «ribadire che negli emendamenti proposti dal Governo non sono contenute modifiche agli articoli 8 e 18 dello Statuto dei lavoratori».
ilsole24ore.com – 10 novembre 2011