“Spesso buono oltre” la data di scadenza, ma solo quando questa non è tassativa. La Commissione Europea lancia la proposta di aggiungere una nuova indicazione alle etichette degli alimenti, accanto a quella ormai vigente da tanti anni “da consumarsi preferibilmente entro il”. Un modo per ridurre lo spreco degli alimenti: si calcola che ogni anno nei Paesi Ue vengano gettati nei bidoni della spazzatura 57 milioni di tonnellate di cibo, 127 chili per abitante. Sarebbe il primo passo verso l’obiettivo di riduzione degli sprechi alimentari del 50% entro il 2030.
Un’esigenza condivisa anche dal governo: «Studieremo il dossier con tutta l’attenzione possibile – dice aRepubblica il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – la nostra stella polare resta la tutela della qualità, la repressione delle frodi ma anche il contrasto allo spreco alimentare. Tutto quello che va in questo senso è benvenuto, mentre ogni elemento fuorviante o condizionante è da rigettare».
«Molto spesso i consumatori non riescono a capire la differenza tra l’indicazione “da consumare entro” – spiega Ermanno Coppola, responsabile Coldiretti della sicurezza alimentare – che significa che oltre quella data il prodotto può diventare nocivo, e quindi non va assolutamente consumato, e l’indicazione “da consumare preferibilmente entro”, che non riguarda la sicurezza alimentare ma la qualità, garantita dal produttore solo entro quella data».In questo modo quindi, spiega lastessa Commissione, si favorisce «una migliore comprensione della data di scadenza», orientando «il processo decisionale dei consumatori in merito all’opportunità di consumare o eliminare un alimento». Una spiegazione che non convince del tutto gli addetti ai lavori: la nuova etichetta, osserva il consigliere dell’Ordine dei Tecnologi alimentari della Lombardia e della Liguria Giorgio Donegani, «lascia al consumatore la responsabilità di valutare l’idoneità al consumo di un prodotto senza dargli ulteriori istruzioni sulla corretta conservazione e consumo in ambito domestico. Sembra quasi uno scaricabarile».
La proposta della Commissione Ue però, rileva Coldiretti, ha anche il senso di rinviare a un momento di maggiore approfondimento l’eventuale adozione del “Nutriscore”, l’etichetta con gli avvertimenti salutistici sugli alimenti indicati dai colori, fortemente osteggiata dall’Italia, sia sul fronte politico che da parte dei produttori, perché ritenuta penalizzante e fuorviante sul piano della valutazione dei nostri prodotti: «Il fatto che l’etichetta sulla scadenza sia stata portata fuori dal Regolamento sulle informazioni ai consumatori ci rende abbastanza tranquilli per il momento», spiega Coppola. Una interpretazione condivisa anche dall’eurodeputato ed ex ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro (Pd): lo scorporo delle nuove norme sulla data di scadenza «vuol dire che al momento non c’è nessuna intenzione di modificare il pacchetto delle informazioni ai consumatori, in questa legislatura molto difficilmente ne discuteremo».