«Il Governo non tirerà i remi in barca» ha detto il premier Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno. Un’assicurazione non scontata sull’intensità d’impegno con cui l’Esecutivo lavorerà nelle 8 settimane che ci separano dal voto. Con le direttive impartite il 29 dicembre a ministri e sottosegretari (si veda il servzio in pagina), Gentiloni chiede di procedere con l’attuazione delle leggi, comprese le leggi delega. La legge di bilancio prevede per i prossimi 3 mesi, ossia entro il 31 marzo (cioè prima che si insedi il nuovo governo), l’emanazione di ben 63 provvedimenti tra decreti, regolamenti e atti della stessa Presidenza del Consiglio che spaziano dalle pensioni ai supertiket, dalla stabilizzazione dei ricercatori alla formazione 4.0.
Il ministero del Lavoro, per esempio, entro il 30 gennaio dovrà definire i profili delle quattro nuove categorie di lavoratori gravosi esclusi dall’ scatto a 67 anni di età nel 2019 e che potranno accedere all’Ape sociale. Dovranno poi essere istituite entro gennaio, con un Dpcm, le due commissioni tecniche per il ricalcolo di spesa spesa previdenziale e spesa assistenziale separate e per la stime sull’aspettativa di vita differenziate a seconda delle mansioni svolte. E c’è, poi, da sostenere il decollo dell’Ape volontario e aziendale.
Gli enti locali, come quelli di area vasta, invece, sono in attesa della ripartizione del contributo per l’esercizio delle funzioni fondamentali pari a 428 milioni di euro per l’anno 2018, di cui 317 milioni di euro in favore delle province e 111 milioni di euro per le città metropolitane. Il provvedimento di ripartizione che dovrà arrivare dal ministero dell’Interno su proposta dell’Anci e Upi, dovrà ottenere anche il via libera della Conferenza Stato-città ed autonomie locali. Senza intesa il contributo sarà ripartito entro il 10 febbraio prossimo in proporzione alla differenza per ciascuno degli enti interessati (sempre che questa sia positiva) tra l’ammontare della riduzione della spesa corrente, al netto della riduzione della spesa di personale.
Per i ricercatori precari, invece, la dead line per la l’avvio della loro stabilizzazione è fissata al 30 gennaio. Entro quella data con un decreto del Presidente del Consiglio dovranno essere individuati gli enti che potranno bandire nel prossimo triennio specifiche procedure concorsuali per l’assunzione di quanti oggi percepiscono e definita la ripartizione delle risorse necessarie.
Sul fronte fiscale manca ancora un tassello per completare l’operazione rottamazione-bis. I Comuni e gli altri enti territoriali possono deliberare entro il 5 febbraio se aderire o meno alla riapertura della definizione agevolata (prevista dal decreto fiscale collegato alla manovra) per tributi e altre entrate locali riscosse con ingiunzione. In ritardo di due mesi il decreto attuativo dell’ulteriore estensione dello split payment in vigore proprio dal 2018. Il Dm dell’Economia avrebbe dovuto essere emanato entro il 30 novembre scorso. Per la manovra, invece, a fine gennaio scade il termine per il decreto dell’Economia sulla stretta antievasione sui carburanti immessi in un deposito Iva. Le nuove regole prevedono l’obbligo di versamento di Iva e accise con il modello F24 e senza la possibilità di compensazione. Dalla Salute, infine, dovranno arrivare entro il 1° marzo le modalità di ripartizione del Fondo destinato a ridurre il superticket. Tra gli adempimenti attesi c’è anche il Dpcm con cui saranno fissati criteri per l’accesso al Fondo di ristoro per i risparmiatori coinvolti nelle crisi degli istituti di credito; la dote aggiuntiva messa in campo è di cento milioni nei prossimi quattro anni.
Il Sole 24 Ore – 6 gennaio 2017