Governance economica con il nuovo patto di stabilità e sorveglianza sui mercati finanziari; strategie per la crescita con attenzione al mercato interno, all’efficienza energetica e all’ambiente; revisione del bilancio Ue per il periodo 2014-2020 con implicazioni per la politica agricola comune (Pac) e politica di coesione.
Sono i dossier più importanti su cui si concentrerà l’attività delle istituzioni europee nel 2011. «Un anno che non sarà facile, di sfida, e in qualche caso – ha avvertito il presidente della commissione europea, José Barroso, nel primo incontro con la stampa del 2011 – doloroso anche dal punto di vista economico». Argomenti destinati ad avere effetti profondi sulla vita dei cittadini perché implicano questioni come la gestione del debito sovrano esploso con la crisi, le politiche restrittive che ne derivano e gli effetti sul costo del credito e sulla competitività delle imprese. Sullo sfondo, la politica commerciale con i nuovi attori del mercato globale, la Cina prima di tutto che ha esteso il suo pressing diplomatico-commerciale anche all’Europa, come dimostrano gli accordi della settimana scorsa sul debito spagnolo (dopo quello con la Grecia) e le intese da 5 miliardi di euro con Daimler e Volkwagen in Germania. Ci sono anche dossier più caldi, eredità del 2010 e degli anni precedenti, che impegneranno nei prossimi mesi istituzioni comunitarie e stati membri. È il caso del brevetto Ue, per il quale sembra ormai scontato l’avvio, con il consiglio competitività del 10 marzo prossimo, della cooperazione rafforzata sul trilinguismo che lascia fuori Italia e Spagna.
Il pacchetto Governance
Entro giugno dovrebbe concludersi, con una proposta legislativa della Commissione, l’iter di riforma del patto di stabilità, un lavoro – che nelle parole del presidente Barroso – qualificherà tutto il semestre e «segnerà l’inizio di un nuovo ciclo», a partire dal primo rapporto annuale sulla crescita che la commissione adotterà nella riunione di mercoledì prossimo, 12 gennaio. Il rapporto getterà le basi per le linee guida e le conclusioni per il consiglio Ue di primavera, con una valutazione della situazione economica, l’esame delle riforme e delle strategie di bilancio a medio termine per formulare, infine, raccomandazioni ai singoli stati. L’obiettivo è un maggior coordinamento delle politiche economiche nazionali e una più efficace sorveglianza incrociata, per tentare di superare uno dei punti critici del sistema comunitario: politiche economiche nazionali a fronte di una politica monetaria comune. In quest’ambito sentiremo ancora parlare degli eurobond, proposti dal ministro italiano Tremonti e dal presidente dell’Eurogroup, Juncker, anche se ufficialmente il tema non è nell’agenda dell’Unione.
Del pacchetto governance fanno parte anche la comunicazione della commissione sulle finanze pubbliche della zona euro e l’istituzione del meccanismo europeo di stabilità (Esm), strumento permanente per i paesi euro in crisi che nel 2013 dovrà prendere il posto dell’attuale European Financial Stability Facility (Efsf). Nel secondo semestre dovrebbero essere definite, inoltre, le modifiche al regolamento sulle agenzie di rating: l’obiettivo è «affrontare l’eccessiva dipendenza dal rating del credito» di stati, banche e privati, superando la mancanza di concorrenza e il modello commerciale dell’emittente che paga per avere un “voto” di affidabilità. Previsto anche il riesame della direttiva Mifid.
La riforma del bilancio Ue
Dopo aver rischiato di cominciare il 2011 in esercizio provvisorio per l’opposizione inglese, la Ue dovrà discutere il nuovo modello di bilancio comunitario, disponendo il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020. I margini di manovra per la Commissione sono molto stretti, dopo il consiglio di metà dicembre e soprattutto dopo la lettera inviata a Barroso da Sarkozy, Merkel e Camerun, insieme al primo ministro olandese, Rutte, e quello finlandese Kiviniem, che hanno chiesto a Barroso di mettere a punto politiche «ambiziose al servizio dei cittadini europei» ma senza aumentare la spesa. Come dire, la botte piena e la moglie ubriaca. Secondo i cinque, ciò è possibile attraverso «una migliore efficacia della spesa, il monitoraggio degli impegni, l’effetto leva e la semplificazione del quadro finanziario». La proposta del QFP 2014-2020 è prevista per la primavera e potrebbe contenere indicazioni su nuovi strumenti finanziari, anche in tandem con la Bei (fondo di fondi per progetti prioritari), mentre nel secondo semestre dovrebbero concretizzarsi le «proposte ambiziose» di Bruxelles su politica agricola, infrastrutture, coesione, occupazione, clima e ambiente.
La nuova politica agricola
Molto delicato per l’Italia sarà il confronto sui nuovi criteri di ripartizione dei fondi per l’agricoltura. La commissione dovrà proporre un regolamento e l’ipotesi di un aumento del peso dei criteri quantitativi rispetto a quelli qualitativi per la distribuzione delle risorse tra i paesi membri preoccupa. Per gli agricoltori italiani il premio all’aumento di produttività non basta a sostenere il reddito.
Energia e ambiente
I due argomenti viaggiano affiancati e le parole d’ordine sono “uso efficiente delle risorse”. Perciò nella seconda parte del 2011 la Commissione intende predisporre una “tabella di marcia” per un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050. Prevista, dopo l’estate, anche una direttiva che darà un «quadro migliorato» per le politiche di efficienza energetica e di risparmio degli stati membri e che sostituirà la direttiva 32 del 2006. Tutto anche in vista della scadenza del protocollo di Kyoto nel 2012 e dell’ipotesi di elevare la soglia di riduzione delle emissioni oltre l’attuale 20 per cento.
Mercato unico
Barroso vuole dar seguito al rapporto elaborato da Mario Monti nel 2010 con la “legge sul mercato unico” che dovrebbe prevedere miglioramenti delle regole sugli appalti pubblici, proposte su una base comune consolidata per la tassazione delle società; nuovi sforzi per ridurre la tariffe di roaming; un contributo ad affrontare il nodo della riforma delle pensioni. L’obiettivo? «Cambiare radicalmente le condizioni in cui operano le Pmi e gli altri attori del mercato unico».
giuseppe.chiellino@ilsole24ore.com
I temi del 2011
Il 12 gennaio la commissione adotterà il primo rapporto annuale sulla crescita. È il primo passo verso il nuovo patto di stabilità il cui iter dovrebbe chiudersi entro giugno.
Obiettivo della Commissione un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050 anche in vista dell’ipotesi di elevare la soglia di riduzione delle emissioni oltre l’attuale 20%
Dovrebbero essere definite le modifiche al regolamento sulle agenzie di rating per affrontare l’eccessiva dipendenza dal rating del credito. Previsto anche il riesame della direttiva Mifid.
La Commissione lavorerà per il miglioramento delle regole sugli appalti pubblici, alle proposte per la tassazione delle società, per ridurre la tariffe di roaming e per la riforma delle pensioni
L’Unione europea dovrà discutere il nuovo modello di bilancio comunitario e mettere a punto politiche «ambiziose al servizio dei cittadini» ma senza aumentare la spesa per gli stati membri
L’ipotesi di un aumento del peso dei criteri quantitativi per la distribuzione delle risorse preoccupa gli agricoltori italiani secondo i quali il premio all’aumento di produttività non basta a sostenere il reddito
Per un «uso efficiente delle risorse» la Commissione intende lavorare a una direttiva che darà un «quadro migliorato» per le politiche di efficienza energetica e di risparmio degli stati membri
Sul brevetto Ue (trilinguismo che lascia fuori Spagna e Italia) la questione politica resta aperta e tecnicamente è ancora possibile che la presidenza ungherese decida di mettere tutto in discussione
10 gennaio 2011