Dal primo luglio i prezzi di riferimento di farmaci e attrezzature mediche saranno online, sul sito dell’Autorità di vigilanza per i contratti pubblici. Tutti i cittadini, ma soprattutto i centri di spesa come Asl e Regioni, potranno conoscere il prezzo medio effettivo, reale, di un farmaco ospedaliere o di un servizio sanitario.
Il «numeretto» sarà elaborato dall’Autorità grazie ai dati forniti dalle stazioni appaltanti attraverso le gare e dai prezzi ottenuti dalla centrale di committenza pubblica Consip con le convenzioni. L’Authority promette di arrivare in tempo alla scadenza. Ma per vedere online i primi prezzi di riferimento ci è voluta una legge: è il DI 98/2011 (manovra del Governo Berlusconi) a imporre la pubblicazione del dato «al fine di mettere a disposizione delle Regioni ulteriori strumenti operativi di controllo e razionalizzazione della spesa» (articolo 14). Finora tutti i tentativi di fissare per categorie merceologiche almeno dei «costi standardizzati di riferimento» sono naufragati. Quello della ricerca dei parametri standard infatti è uno degli obblighi in capo all’Autorità sin dalla sua nascita, nel 1998. Prima solo per i lavori pubblici; dal 2006, da quando la competenza è stata estesa anche ai contratti di servizi e forniture, il codice degli appalti ha affidato all’Istat la rilevazione dei prezzi sul mercato e all’Autorità l’elaborazione dei costi standard. Oggi però c’è solo una rilevazione su un campione limitato di beni, fatta da Istat e ministero dell’Economia sulle convenzioni Consip. Niente a che vedere con l’obbligo, previsto dal codice appalti, di pubblicare ogni sei mesi sulla «Gazzetta Ufficiale» i prezzi rilevati di tutti i beni. Eppure il parametro dei costi standardizzati permetterebbe a chiunque di onentarsi nella giungla del mercato pubblico delle forniture, con prezzi che variano da regione a regione. Soprattutto in campo sanitario. Ne è convinto anche il ministro della Sanità, Renato Balduzzi: «Bisogna fare in modo che gli acquisti siano fatti secondo prezzi medi di riferimento», ha dichiarato a margine di un convegno a Roma sull’eccellenza sanitaria. E pensare che sul sito del Governo americano (www. recovery.gov) chiunque può sapere con un click dove finiscono i soldi dei contribuenti e persino quali acquisti sono programmati nella propria cittadina.
Il Sole 24 Ore – 14 maggio 2012-05-14