Sono 11 i presunti casi di malasanità dei quali oggi la commissione parlamentare presieduta da Leoluca Orlando chiederà conto al Veneto.
L’assessore Luca Coletto dovrà fornire chiarimenti su: la morte del feto diagnosticata il 23 agosto 2008 all’ospedale di Cittadella a una donna incinta ritenuta sempre in buone condizioni; il decesso a Padova, nell’aprile 2010, di un 63enne vittima di un’emorragia durante la rimozione dei calcoli subita tre giorni prima al Santi Giovanni e Paolo di Venezia; il grave danno cerebrale causato ad una bimba nata nello stesso presidio il 25 agosto 2008 dopo 17 ore di travaglio e un cesareo inizialmente negato alla madre; la tragedia di una 57enne cardiopatica e diabetica spirata mezz’ora dopo la diagnosi di bronchite con cui era stata dimessa dal Pronto soccorso di Borgo Trento, a Verona; la morte di una paziente a Bussolengo in seguito all’asportazione di un fibroma uterino; il dramma della mestrina uccisa lo scorso agosto in Cardiochirurgia a Padova, dopo la sostituzione della valvola cardiaca, dalla dimenticanza dei sanitari di sostituire la bombola d’ossigeno finita; l’incubo della 27enne veneziana al settimo mese di gravidanza il 3 settembre dimessa dall’ospedale di Piove di Sacco e giunta nella città del Santo con il distacco della placenta, causa della morte del bimbo e dell’asportazione dell’utero della mamma; il decesso di una 36enne dopo l’anestesia somministrata, il 24 settembre 2010 nella clinica «San Francesco» di Verona, per l’asportazione di calcoli alla cistifellea; la morte poco chiara, avvenuta il 7 maggio 2010 al Ca’ Foncello di Treviso, di un bimbo di 2 anni.
Per fortuna non fatale l’esito dei 10 giorni di attesa per una risonanza magnetica affontati da un 34enne con lesione vertebrale all’ospedale di San Donà e del pellegrinaggio tra quattro centri (Este, Monselice, Rovigo e Vicenza) di un uomo colpito da un problema all’occhio.
«Per otto di questi casi il Veneto ha già inviato una relazione — spiega Leoluca Orlando—che però deve integrare. Mancano invece spiegazioni sui decessi del 63nne operato ai calcoli, della paziente in Cardiochirurgia a Padova e della 36enne andata in fibrillazione dopo l’anestesia a Verona. Sappiamo che mediamente la sanità veneta è di buon livello, a maggior ragione bisogna capire il motivo degli errori ed evitare che si ripetano». «Non auguriamo a nessuno l’odissea capitata a noi — racconta la madre della signora a cui, all’ospedale di Venezia, è stato negato per ore il cesareo, nonostante la sofferenza fetale —. Mia nipote è rimasta senza ossigeno al cervello e ha riportato gravi danni neurologici, per l’ostinazione di ginecologo e ostetrica a procedere con un impossibile parto naturale. Mia figlia ha sofferto dalle 3 del mattino alle 20 e la sua primogenita ha rischiato di morire». L’assessore dovrà poi illustrare l’entità esatta del disavanzo 2010 di settore, che sembra ulteriormente sceso da 70 a 60 milioni di euro. «Coletto dovrà fornirci il rosso esatto e spiegarci come intende ripianarlo. Sull’esito dell’audizione riferiremo in Parlamento». Domani a Roma scenderà invece il governatore Luca Zaia, per la discussione sul riparto del fondo sanitario 2001. «Neanche sotto tortura dirò sì al criterio della deprivazione— annuncia —. Boccio il principio che, partendo dai redditi pro capite, assegna maggiori risorse ai più poveri perchè si ammalano di più».
Corriere del Veneto – 2 marzo 2011