Tutta colpa della mandragora, pianta a cui nell’antichità venivano attribuiti poteri magici ma che in realtà è un’erba velenosa. Un’intera famiglia a Milano è finita all’ospedale in stato di confusione mentale e amnesia, dopo avere mangiato degli spinaci surgelati che hanno provocato effetti allucinogeni. Secondo le autorità sanitarie, come raccontato ieri dal Corriere , il problema è stato provocato proprio dalla presenza della mandragora (o mandracola) tra le foglie di spinaci.
Machiavelli le ha dedicato il titolo di una commedia sulla corruttibilità della società italiana nel Cinquecento, nel romanzo fantasy di Harry Potter e la camera dei segreti viene rinvasata dagli studenti della professoressa Sprite per creare antidoti che guariscono le persone pietrificate. Ma adesso «la sospetta presenza di foglie di mandragora» fa pubblicare al ministero della Salute un richiamo per il ritiro dai supermercati di un noto prodotto. Interessati quattro lotti, tutti con scadenza nell’agosto 2019. «Nessun’altra partita è interessata, fa sapere l’azienda, che aggiunge: «Abbiamo adottato le misure di sicurezza previste, bloccando la distribuzione, attivando le procedure di richiamo dei prodotti dal commercio e invitando le persone in possesso di una confezione del prodotto menzionato a non consumarlo. Ad oggi, comunque, gli accertamenti sono ancora in corso. Motivo per cui non esiste nessuna informazione che permette di attribuire la presenza di foglie di mandragora nei nostri prodotti». Auchan, Esselunga e Simply ieri hanno ritirato dagli scaffali le confezioni incriminate.
Altro che racconti leggendari e pozioni mitologiche: «Le radici caratterizzate da una peculiare biforcazione che ricorda la figura umana e con proprietà anestetiche — ricorda Coldiretti — fanno attribuire a quest’erba poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari». Ora tutti al Pronto soccorso. Il 30 settembre sono costretti a correre al Fatebenefratelli, ospedale del centro città, il marito sessantenne (dimesso ieri), la moglie 55enne e i due figli rispettivamente di 16 e 18 anni. Una visita accurata accompagnata da un’infinità di domande sugli ultimi cibi consumati fanno arrivare ben presto i medici guidati dal primario Pietro Marino a una certezza: il problema che ha colpito l’intera famiglia è un’intossicazione alimentare. Scatta l’allarme, con l’intervento degli esperti dell’Ufficio Igiene degli alimenti dell’Asl cittadina e l’analisi dei campioni di cibo sospetti. Un precedente risale al 5 settembre. «I primi rilievi sono giudicati compatibili con la contaminazione nell’alimento di componenti fogliacei di mandragora, erba che può infestare i campi delle coltivazioni di vegetali commestibili, quali gli spinaci — spiegano gli esperti dell’Asl —. I risultati definitivi sui campioni di spinaci surgelati si avranno entro la settimana. Il dipartimento di Scienze farmacologiche della Statale sta eseguendo esami morfobotanici e tossicologici». La pianta delle streghe stavolta ha colpito nella realtà. In una confezione di spinaci. Venduta al supermercato. (Il Corriere della Sera)
Non c‘era mandragora negli spinaci
Non c’era mandragora negli spinaci surgelati, che erano stati ritirati dal mercato in via precauzionale dopo che una famiglia era stata ricoverata in ospedale per intossicazione alimentare. Lo riferisce una nota Ansa.
“Gli esiti delle analisi effettuate dall’ATS Milano sui lotti di Spinaci surgelati richiamati, come misura precauzionale, nei giorni scorsi – ha spiegato l’azienda – sono negativi: non rivelano la presenza di sostanze anticolinergiche responsabili della sospetta intossicazione da mandragora”.
Le analisi, “sono state effettuate in seguito al caso di intossicazione di una famiglia nel Milanese che ha consumato un pasto a base di verdure alcune acquistate presso un mercato rionale”. “Siamo molto contenti dell’esito delle analisi per poter rassicurare i nostri consumatori e clienti – ha commentato l’ad dell’azienda che produce gli spinaci -. La loro sicurezza è per noi una priorità assoluta e la garantiamo continuamente grazie a controlli effettuati su tutta la filiera, a partire dal campo con i nostri agronomi. Confido che i consumatori capiranno che il ritiro dei nostri prodotti è stato solo un atto di responsabilità e prevenzione”.
Ultimo aggiornamento 9 ottobre 2017