Repubblica. Il governo stringe i tempi sull’obbligo di fare il vaccino anti Covid per il personale sanitario e per chi in generale è a contatto con i pazienti. Più ministeri lavorano a una norma, un decreto, che sarà approvata già oggi e riguarderà circa 35mila persone solo nel sistema sanitario pubblico. Si tratta del 3,5 per cento dei lavoratori, quelli che non hanno fatto neanche la prima dose. Molti di loro però non sarebbero coperti perché hanno avuto il Covid nei mesi scorsi o perché sono comunque in condizioni di salute che sconsigliano la somministrazione. Per questo il numero di coloro per i quali scatterà l’obbligo potrebbe essere più piccolo. Poi ci sono i lavoratori del privato sanitario e gli operatori delle Rsa, dove invece tra il 30 e il 40% del personale non avrebbe aderito alla campagna. E la norma potrebbe riguardare anche chi è amministrativo ma si trova comunque a contatto con persone fragili, ad esempio chi è impiegato in uno studio medico.
L’idea è quella di prevedere come sanzione la sospensione dal lavoro senza stipendio di chi rifiuta la somministrazione. Ovviamente l’operatore rientrerebbe al suo posto in caso di vaccinazione avvenuta o anche se la pandemia si riducesse o scomparisse. Nello stesso testo verrebbe inserito anche lo scudo penale per i vaccinatori. Da tempo i rappresentanti di medici e infermieri lo chiedono per avere la protezione nel caso ci siano danni alla persona che ha ricevuto la somministrazione. «Domani (oggi, ndr ) deve essere la volta buona – dice il sottosegretario alla Salute Andrea Costa – Ora il Governo Draghi può segnare il punto decisivo nella battaglia contro il Covid-19. Finalmente, una politica che decide e che si assume la responsabilità delle proprie scelte». E ieri anche la Federazione che raccoglie le Asl, la Fiaso, si è espressa sull’obbligo, parlando di sospensione e licenziamento per chi rifiuta di farsi somministrare il vaccino: «L’obbligo valga per tutti i dipendenti pubblici servizio sanitario, per qualsiasi profilo o mansione e non solo per le categorie di coloro che hanno diretto contatto con i pazienti o che eseguono vaccini».
Sono stati gli ultimi episodi, avvenuti in ospedali e Rsa, di pazienti contagiati da operatori sanitari non vaccinati a far accelerare il governo. Il premier Mario Draghi aveva affidato alla ministra per la Giustizia Marta Cartabia il coordinamento del lavoro dei ministeri sulla norma.