Venerdì 31 gennaio è l’ultimo giorno per inviare all’agenzia delle Entrate le informazioni sui saldi iniziali e finali e sul totale di accrediti e uscite. Da allora scatterà la fase 2 che dovrà portare a selezionare i soggetti da controllare alla luce delle anomalie rilevate. Il database del Fisco si arricchisce dei dati di sintesi sui rapporti con banche e altri intermediari finanziari. Per quanto riguarda i conti correnti arriveranno le informazioni sul saldo a inizio e fine anno e sul totale complessivo dei movimenti in entrata e in uscita. Quindi non saranno trasmessi i dati dei singoli movimenti effettuati. La scadenza di venerdì 31 gennaio riguarda gli invii relativi al 2011. Mentre per il 2012 il termine ultimo è il 31 marzo. Una volta arrivati i dati inizia la «fase 2» che dovrà portare all’elaborazione delle liste selettive dei contribuenti da controllare.
L’agenzia delle Entrate è al lavoro per definire i criteri. Dovranno essere messi a punto degli algoritmi per individuare delle anomalie. Possibili elementi da approfondire potrebbero essere connessi al rapporto tra movimenti effettuati e saldi, numero di rapporti o localizzazione in aree geografiche diverse.
Non è detto che gli elenchi generati dagli algoritmi indichino necessariamente incongruenze a livello finanziario. Ecco perché potrebbe essere introdotta una soglia di sbarramento che quantifichi l’effettiva rilevanza dell’anomalia. Una sorta di meccanismo per fare da spartiacque delle situazioni effettivamente da approfondire nella fase successiva e alleggerire così le liste selettive dei contribuenti
La fase successiva è decisiva per i controlli del Fisco. Le anomalie finanziarie, infatti, non sono di per sé un indice di comportamenti di evasione fiscale. Per puntare i fari sui contribuenti dovrebbe essere necessario un ulteriore passaggio: l’incrocio dei dati finanziari con le informazioni fiscali e patrimoniali presenti in Anagrafe tributaria. Da qui si arriverebbe agli elenchi definitivi che sarebbero poi inviati agli uffici territoriali per i controlli veri e propri.
Tutti i passaggi precedenti sono gestiti a livello centrale dal Fisco. Quindi soltanto dopo che la selezione è stata effettuata entrano in campo gli uffici locali dell’agenzia delle Entrate. I contribuenti “scelti” e indicati negli elenchi trasmessi con l’analisi di rischio potranno essere controllati con l’accertamento sintetico dei redditi (quello che più comunemente è conosciuto come redditometro) ma anche con altre modalità.
di Giovanni Parente e Benedetto Santacroce – Il Sole 24 Ore – 30 gennaio 2014