Il Corriere della Sera. La pressione della politica ridimensiona considerevolmente le cautele degli esperti: il decreto che rivede i limiti di capienza dei luoghi della cultura, dell’intrattenimento, di stadi e impianti sportivi, allarga le maglie più di quanto suggerito dal Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute.
Vince da un lato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che si è battuto dal primo momento per riaprire al 100% le platee di teatri e cinema, dopo averlo già ottenuto per i musei in cui viene meno il distanziamento di un metro. Ma vince — e sigla una tregua — il segretario della Lega, Matteo Salvini, che si intesta la riapertura delle discoteche con il 50% di capienza al chiuso e 75% all’aperto: il Cts solo pochi giorni fa si era espresso rispettivamente per il 35% e il 50% e aveva considerato nel numero anche i dipendenti, che invece non verranno conteggiati ai fini della capienza. Immediatamente si mette in scia il resto del centrodestra in maggioranza.
Così il decreto legge varato ieri dal Consiglio dei ministri all’unanimità, e in vigore da lunedì 11 ottobre, ricompatta il governo dopo la mancata partecipazione al voto dei ministri del Carroccio sulla riforma del fisco, martedì. E ricompatta anche la Lega, visto che per una mitigazione delle restrizioni si pronunciano anche i presidenti di Regione, perlopiù governisti.
Da lunedì, quindi, teatri, cinema e sale da concerto potranno tornare a riempirsi senza limitazioni, come il Cts aveva previsto per i soli musei, fissando per gli altri luoghi della cultura un più prudente 80% dei posti occupabili. La capienza viene portata dall’attuale 50% al 75% negli stadi (qui rispettando alla lettera le indicazioni del Cts) e dal 35% al 60% nei palazzetti dello sport (10% in più di quanto indicato dai tecnici). Tutte le regole valgono solo in zona bianca — ma da sabato sarà «in bianco» tutto il Paese — e si accompagnano all’obbligo di indossare la mascherina, sempre, salvo che in discoteca nel momento del ballo, e di essere in possesso di green pass per accedere. Se qualche regione, invece, per effetto dei contagi e della pressione sulla rete ospedaliera, dovesse tornare in zona gialla, si imporrà il dimezzamento dei posti a sedere e tornerà la distanza obbligatoria di un metro in teatri, cinema e luoghi di spettacolo dal vivo. Multe immediate per chi trasgredisce e chiusura da 1 a 10 giorni per i locali, dopo due violazioni.
È stata la decisione sulle discoteche a fare da innesco alla revisione di tutte le misure. Dopo tanti mesi di chiusura forzata (venti, a parte la pausa dell’estate 2020) il parere del Cts di dare semaforo verde con una limitazione tanto severa aveva provocato una levata di scudi dei massimi rappresentanti di categoria, come Maurizio Pasca, presidente del Silb, o Mogol, presidente Siae. E un nuovo affondo di Salvini: «Una presa in giro, senza senso scientifico, sanitario o economico», aveva commentato a caldo.
Si inizia a diffondere la voce che le percentuali del Cts non sono vincolanti, ma una base di discussione. Salvini, subito prima di entrare a palazzo Chigi per il colloquio con il presidente del Consiglio Draghi, ribadisce: «Chiederemo riaperture sostanziali, con almeno il doppio di capienza».
Alla fine il ministro Franceschini brucia tutti sul tempo. Appena chiuso il Consiglio dei ministri, ricorda: «La decisione del Governo accoglie in pieno la nostra proposta. Da tempo siamo convinti della totale sicurezza di cinema, teatri, sale da concerti e musei con l’utilizzo del green pass. Finalmente tutta la cultura ricomincia a vivere».
Ma a questo punto anche altri esponenti di governo rivendicano il risultato. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, di Noi con l’Italia, che da tempo sollecitava il ministro Speranza per la riapertura delle discoteche: «La politica si è assunta la responsabilità di una scelta». La ministra Gelmini: «Forza Italia ha fortemente voluto questo allargamento che ridà fiato a tante attività economiche». Il ministro Brunetta: «Merito del green pass, noi ci abbiamo sempre creduto». E Giuseppe Conte da leader del M5S ricorda che la battaglia è stata anche sua: «Per cinema, teatri e spazi culturali saltano i limiti di capienza. Il M5S aveva chiesto più coraggio. Così è stato. Adesso ripartono anche cultura e spettacolo».
I dati del contagio, in calo da cinque settimane, con tasso di positività sotto l’1%, fanno ben sperare. E da domani la Sicilia, unica regione gialla, torna in bianco.