Al fondo solo le somme derivanti dai risparmi ulteriori rispetto agli obiettivi già fissati dalla legge di stabilità e dalla lotta all’evasione
Anticipare al 2014 la nuova spending review targata Cottarelli. E utilizzarne i risparmi aggiuntivi rispetto agli obiettivi già fissati dalla legge di stabilità, insieme a una parte delle risorse che saranno recuperate dalla lotta all’evasione, per tagliare l’Irap sulle imprese e ridurre ulteriormente l’Irpef sui lavoratori. A sancire i criteri di riferimento per vincolare i nuovi tagli di spesa alla riduzione del cuneo, attraverso un emendamento alla ex Finanziaria sulla nascita di un Fondo automatico in arrivo nei prossimi giorni dal relatore o dal governo, è la risoluzione approvata ieri dalla commissione Bilancio della Camera con alcuni ritocchi rispetto alla versione originaria. A cominciare da quelli con cui viene specificato quali leve (Irap e Irpef) dovranno essere azionate per ridurre il prossimo anno il costo del lavoro e che invitano l’esecutivo a “proteggere” il più possibile dai tagli alcune voci sensibili: scuola, sanità, lavoro e politiche sociali.
La risoluzione, fortemente voluta dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (Pd), e condivisa dal Governo, prevede che i risparmi aggiuntivi della “spending” da destinare subito all’alleggerimento del cuneo dovranno immediatamente essere integrati da quelli previsti dalla ricognizione sulla spesa già effettuata negli anni scorsi ma non ancora completamente realizzati. A partire dalle risorse attese dalla piena attuazione dei fabbisogni e costi standard. Il tutto senza escludere la possibilità di anticipare, almeno in parte, già al 2014 gli obiettivi di riduzione di spesa da centrare con il piano Cottarelli indicati dalla “stabilità” all’esame della Camera: 3,6 miliardi nel 2015, 8,3 nel 2016 e 11,3 dal 2017. «Si sottolinea l’esigenza – si legge nel testo – di valutare, in sede politica, l’opportunità di conseguire risparmi aggiuntivi rispetto a tali obiettivi già dal 2014, al fine di accelerare il processo di riduzione fiscale». Un riferimento esplicito al nuovo obiettivo di 32 miliardi nel 2016 (4 volte tanto l’obiettivo fissato dalla “stabilità”) indicato, per conto del governo, dal ministro Fabrizio Saccomanni e confermato dal Commissario straordinario per la revisione della spesa, Carlo Cottarelli.
Le risorse recuperate con la spending dagli enti territoriali (regioni e Comuni) dovranno però essere «prioritariamente» destinate «alla riduzione della pressione fiscale afferente ai tributi locali». E non, quindi, all’alleggerimento del cuneo per il quale dovranno sostanzialmente essere utilizzati i risparmi realizzati dalle amministrazioni centrali. Una distinzione che dovrebbe essere ribadita anche dall’emendamento alla “stabilità” sulla nascita del Fondo automatico taglia-cuneo che sarà presentato probabilmente la prossima settimana. L’arrivo del ritocco è stato confermato ieri dal viceministro dall’Economia, Stefano Fassina, e dal sottosegretario Pier Paolo Baretta.
La risoluzione fornisce altre indicazioni al Governo, come quella di prevedere «incentivi al personale» statale «connessi ai risparmi aggiuntivi effettivamente conseguiti rispetto a quelli programmati». Il Parlamento con la risoluzione approvata ieri (contrari Fi, Lega e M5s) rivendica anche un ruolo attivo nelle decisioni sulla spending. Ma alla Camera c’è anche chi come Cesare Damiano (Pd) considera prioritario il nodo dell’indicizzazione delle pensioni. E critiche arrivano anche dalla Cgil con Susanna Camusso che chiede un intervento fiscale in favore del lavoro dipendente. «Camusso ci dia fiducia», replica Boccia. Che aggiunge: anche Saccomanni «non potrà non tenere conto» del Fondo taglia-cuneo.
Intanto nel dossier del Servizio Bilancio di Montecitorio vengono espressi dubbi e perplessità su alcuni punti della “stabilità” arrivata dal Senato. Primi fra tutti proprio il cuneo (non è possibile una verifica puntuale dell’attuale taglio) e la casa: l’esecutivo deve dare chiarimenti sia sulla variazione del carico fiscale individuale derivante dalla Iuc sia sull’individuazione delle risorse per coprire i costi indivisibili da parte dei Comuni. Nel mirino anche le misure su esodati, pensioni d’oro, Fondo sviluppo e ruolo della Cdp nel sostegno al credito per le imprese. Oggi scade il termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari.
Il Sole 24 Ore – 5 dicembre 2013