Sequestrati i cani di 25 giorni, nel ponente di Genova. Portati dall’Est, fermati e multati due rumeni
GENOVA – La coppia, un uomo di trentasei anni e una ragazza di ventitrè, gironzolano su un tratto di spiaggia libera di Voltri, nel ponente di Genova, poi avvicinano i bagnanti e offrono la loro «merce».
Con un rapido movimento socchiudono il borsone di plastica per far vedere il campionario: vivo e uggiolante, cuccioletti, di venti, venticinque giorni, con gli occhi semichiusi, debilitati dal caldo e dalla sete. Stretti l’uno all’altro sul fondo della borsa, un volpino bianco, uno spinone con il manto focato, un altro con il musetto bianco e nero di poco più grande degli altri. Se qualcuno manifesta interesse la ragazza stende un cartone per terra e espone un cuccioletto: «Li vendo a cento euro l’uno, scegli tu quale» è la prima richiesta, scesa rapidamente a cinquanta euro, trattabili: «Sono di razza. Nel negozio li paghi più di duecento euro».
È successo giovedì scorso. Alcuni ragazzi hanno chiamato i carabinieri, sono arrivate le guardie zoofile e hanno sequestrato i cuccioli. I piccoli sono ricoverati nel canile comunale, sono stati fortunati, se la caveranno. I rumeni, identificati, si sono allontanati. In base al nuovo regolamento municipale rischiano una multa da 166 euro che non pagheranno mai: «I cuccioli sono nostri – hanno detto – li vendiamo perché non abbiamo lavoro e dobbiamo pur mangiare». Due giorni dopo erano sulla spiaggia di Cogoleto, piccolo comune della riviera di Ponente, fra sdraio e ombrelloni, con altri cagnolini fantasia.
Stesso copione, stesse richieste, stessa borsa semiaperta, ancora una volta le guardie zoofile si sono precipitate: «Questa volta non siamo arrivati in tempo» dice Gian Lorenzo Termanini. I rumeni si erano dileguati con la loro mercanzia chiusa nella borsa. «Chi compra i cagnolini – spiega Termanini – lo fa più per pietà verso gli animali, pensando di salvarli, che per l’idea di concludere un affare. Sono animali senza documenti, tolti troppo presto alle madri, spesso muoiono dopo pochi giorni. Vederli così, schiacciati in uno zaino, in una borsa di plastica dove respirano a stento, desta compassione ma comprarli è un errore. Si incoraggia questo commercio». Così cinquanta euro passano di mano e il cuccioletto cambia padrone. Gli animali vengono dall’Est, dalla Romania, viaggiano nascosti nel solito borsone, hanno tre, quattro settimane di vita, quelli che sopravvivono al viaggio finiscono nel «campionario» mostrato in spiaggia, se stanno troppo male, non sono più abbastanza «carini» diventando invendibili e il loro destino si conclude in un cassonetto della spazzatura.
Tanto saranno presto rimpiazzati, non soltanto dai nuovi arrivi dalla Romania ma anche dalle cucciolate «clandestine»: «Abbiamo trovato già diverse fattrici – spiega la guardia zoofila – in alcuni appartamenti del centro storico o nelle baracche dei campi abusivi, sono povere bestie che sfornano una cucciolata dietro l’altra finché sono sfinite e non servono più per la riproduzione, così vengono abbandonate».
Stazioni ferroviarie, piazzali e parcheggi davanti ai supermercati e ai grandi centri commerciali sono i luoghi preferiti per questo commercio, con l’estate i venditori si sono spostati sulle spiagge, preferibilmente quelle libere dove ci sono meno controlli. E dove si può convincere qualche bagnante a comprare un cagnolino magari con l’ultima minaccia: «Io non lo posso tenere, se non lo compra nessuno lo butto via».
Corriere.it – 15 luglio 2011