Aveva già preparato il cappio, schiacciato dai crediti che non riusciva a riscuotere e che lo avevano prima costretto a licenziare i dipendenti, poi a chiudere la sua impresa e infine a rompere con la famiglia. Ormai pensava di non avere più nulla da perdere, questo 50enne senza presente, ma poi si è ricordato di aver letto sui giornali il numero della speranza. L’800/334343, attivato dalla Regione nel giugno 2012 proprio per tendere la mano agli imprenditori in crisi e impedire che la lunga scia di suicidi iniziata con la recessione si allungasse ancora.
Dall’altra parte del filo un team di psicologi formati anche sulla macchina burocratico-amministrativa, che ha salvato il libero professionista e lo ha indirizzato verso una nuova vita da dipendente, soddisfatto e in pace con se stesso e con gli altri. Esattamente come il costruttore che ha chiamato prima di gettarsi da un ponte: aveva chiuso l’azienda e i rapporti con moglie e due figli, per ridursi a fare il barbone in stazione. «Ho tentato tutto il possibile per venirne fuori, ma è inutile — ha detto all’operatore — ora voglio proprio vedere cosa potete fare voi». Oggi fa il costruttore in Africa, per volontariato, lo stesso volontariato che all’inizio della rinascita gli ha garantito vitto e alloggio.
Di storie così l’équipe di «Inoltre», coordinata dalla dottoressa Emilia Laugelli insieme al professor Giampiero Turchi, docente di Psicologia clinica all’Università di Padova, ne ha seguite centinaia. Da quando esiste il numero verde, in funzione h24 e 7 giorni su 7, sono arrivate 1316 chiamate, due al giorno, da parte di 843 utenti, 145 dei quali di fuori regione e il 30% donne. Il 56% sono imprenditori, il 20% disoccupati, ma telefonano anche pensionati (5%) e liberi professionisti, come avvocati, architetti, commercialisti (3%). La maggioranza è afflitta da questioni legali e debitorie, il 32% evidenzia un rischio suicidario di livello 3 su una scala di 5, il 21% si ferma al secondo e l’11% sale al 4. I protagonisti delle storie raccontate rientrano invece nel 2% di casi di livello 5, per i quali bisogna intervenire subito. «E infatti abbiamo intessuto una fitta rete di collaborazioni con le forze dell’ordine — spiega la dottoressa Laugelli — ma anche con le associazioni di base, come la Caritas, e di categoria. Altrettanto proficuo il rapporto instaurato con Equitalia e le banche per dilazionare o posticipare pagamenti importanti, riaprire le trattative, ridiscutere crediti, piani di rientro e fidejussioni che per il singolo sembravano impossibili. Insomma, da semplice psicologi ci siamo trasformati in un team operativo sul territorio, che va anche a casa dell’utente o in azienda e lo accompagna in un percorso di recupero che coinvolge i più adeguati tra i 900 soggetti a noi collegati». «Inoltre» segue 246 persone, affiancate da tutor fino alla soluzione dei problemi.
«E’ un servizio unico al mondo — rivela Turchi — stiamo ricevendo da altri Paesi richieste di informazioni. Al lavoro esperti psicologi dell’emergenza, in grado di capire subito chi hanno di fronte e di agire di conseguenza, senza perdere tempo. Non è un servizio assistenziale e gli utenti non sono persone fuori di testa ma lavoratori in crisi e spesso soli, per la vergogna di ammettere anche con le persone più care di avere l’acqua alla gola. Noi li aiutiamo a ricollocarsi nel mondo professionale, sociale e affettivo». E loro sono soddisfatti, così come madri e mogli di imprenditori che telefonano perchè preoccupate per un eventuale gesto estremo dei loro uomini. Solo una manciata di persone è rimasta delusa, perchè pensava di ottenere subito soldi o un nuovo impiego. «La nuova emergenza non è più saldare a rate debiti ingenti — avverte Laugelli — ma, soprattutto per commercianti e padroncini, trovare i 15/20 mila euro per ripartire». «Quando abbiamo attivato l’800/334343, ci siamo attirati riserve e critiche — dice il governatore Luca Zaia — oggi è rimasto l’unico servizio che aiuta la gente in crisi. Sarà potenziato». Si prevedono infatti task force provinciali e un sito Internet. «Continueremo a far fronte all’emergenza», assicura l’assessore alla Sanità, Luca Coletto.
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 16 aprile 2014